DANIELE DE SALVO
Cronaca

Lecco Pride, la città si colora di arcobaleno: “Questa è la vostra casa”

Tremila persone alla quinta edizione nella città dei Promessi sposi. Sul palco anche la mamma di Vittorio Arrigoni

I partecipanti al Lecco Pride sfilano sul lungolago

I partecipanti al Lecco Pride sfilano sul lungolago

Lecco, 14 giugno 2025 – Lecco si colora di arcobaleno. Perché non è solo la città di Renzo e Lucia, ma anche di Renzo e Lucio l'associazione per i diritti Lgtbq+. In più di tremila nel pomeriggio di oggi hanno partecipato al Lecco Pride.

Tanta musica, festa, condivisione, canti, balli, sfilate e cortei, ma soprattutto riflessione. Riflessione sui diritti, ma anche sulla pace, le cui bandiere condividono gli stessi colori.

Diritti e pace

“Restiamo umani”, è il motto scelto per l'edizione 2025 del Pride, la quinta, nella città dei Promessi sposi, una frase con cui chiudeva ogni sua corrispondenza da Gaza durante l'operazione militare “Piombo fuso” Vittorio Arrigoni, il pacifista e attivista per i diritti umani di Bulciago ucciso da terroristi salafiti il 15 aprile 2011 all'età di 36 anni.

E proprio la mamma, Egidia Beretta, ha preso la parola dal palco del Pride: “Perché parlare di Palestina qui?”, la sua domanda. “Perchè parliamo di diritti – la risposta -. E se c'è chi ne è privo di diritti sono i palestinesi”. La mamma di Vik ha denunciato gli individualismi, il razzismo, la prevaricazione, “i carri armati di perbenismo e bigottismo fascisti”. “Bisogna rispondere giorno per giorno, non bisogna lasciar passare niente, che sia il risolino di scherno bisbigliato, la carie delle svastiche e la discriminazione sul posto di lavoro”, le sue parole.

“Lecco vi abbraccia”

“Questa città vi abbraccia – sono le parole di saluto e di accoglienza a tutti i partecipanti al Pride del sindaco di Lecco Mauro Gattinoni -. Lecco è e sarà sempre la città dei diritti di tutti. Questo periodo che viviamo richiede coraggio civile e politico. Ogni persona, ogni individuo sboccia quando si sente accolto. Lecco vuole essere una casa, che non fa domande sul chi sei, ma ti apre la porta perché sei tu”.

“Buon Pride a tutti”, la conclusione dei suo discorso, con il racconto di essere stato denunciato da un altro sindaco per aver riconosciuto due mamme come genitori di una bambina. Con il primo cittadino di Lecco anche tanti altri colleghi e amministratori comunali di oltre una ventina di paesi, e poi studenti e ricercatori el Politecnico, sindacalisti della Cgil, gli scout, famiglie arcobaleno, militanti di partiti e volontari di una sessantina di associazioni e gruppi.