L’attacco all’ex prefetto Castrese "Un assurdo processo politico"

Così il presidente del Circolo Alpi lo difende dalle accuse di aver infangato l’immagine di Lecco

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LECCO

di Daniele De Salvo

"Un assurdo processo politico in un’aula consiliare". Non usa mezzi termini Roberto Fumagalli, presidente del Circolo ambiente Ilaria Alpi, per commentare quanto andato in scena martedì sera nell’assise di Palazzo Bovara, dove diversi consiglieri comunali di maggioranza e minoranza si sono improvvisati pubblici ministeri contro l’ex prefetto di Lecco Castrese De Rosa, trasformato in "imputato" e accusato di aver "infangato" il buon nome e l’immagine di Lecco e dei lecchesi, solo perché in una relazione al ministro degli Interni Luciana Lamorgese ha scritto di una "tacita remissiva acquiescenza al fenomeno criminale e ai suoi referenti" all’interno della società civile lecchese.

"Noi che come associazione da anni siamo impegnati sul fronte della diffusione della cultura della legalità, riteniamo invece che sotto accusa debbano finire i mafiosi e non l’ex prefetto che, durante il suo mandato nel Lecchese, ha emanato più di 20 interdittive antimafia, un record nazionale, mettendo i bastoni tra le ruote ai titolari di altrettante società infiltrate o comunque vicine agli ambienti mafiosi – è l’appassionata arringa difensiva nei confronti dell’ex prefetto e di chi con lui ha lavorato e continua ad operare contro gli esponenti della criminalità organizzata e insieme il duro j’accuse di Roberto Fumagalli verso chi li ha criticati -. Interdittive tra l’altro confermate nei vari gradi di giudizio e, pertanto, assolutamente fondate". "Riteniamo che la politica dovrebbe rivolgere le proprie invettive contro gli esponenti mafiosi e contro le dinamiche che, nei decenni, sono giunte ad intaccare le stesse istituzioni pubbliche del territorio, come dimostrato ad esempio dall’inchiesta Metastasi", prosegue Roberto Fumagalli, riferendosi all’arresto nel 2014 di un consigliere comunale ritenuto referente degli ‘ndranghetisti locali.

"Lecco e il suo territorio – è comunque l’appello del presidente del Circolo ambiente Ilaria Alpi, unico ammesso come parte civile nel processo Infinito - piuttosto che indignarsi per i contenuti dei rapporti antimafia, devono far fronte comune contro la criminalità organizzata, creando terra bruciata contro le mafie e contro i mafiosi".