L’accordo sull’orario. Protesta al Tribunale: "Modifiche unilaterali"

Il presidente: "Applicate le direttive ministeriali"

Un accordo modificato unilateralmente sull’orario di lavoro, stipendi non adeguati al caro vita, salari accessori poco remunerativi e pagati anche a distanza di anni, buoni pasto fermi da vent’anni, problemi di sicurezza negli uffici, riqualificazioni mai ottenute, mancata formazione a fronte di continue riforme del comparto, mansioni elettorali sempre più complesse retribuite solo dopo anni, udienze che si protraggono oltre all’orario di lavoro, Fondo unico di amministrazione irrisorio, procedure sulle performance del personale inutili e farsesche.

Sono i problemi, gli stessi da anni, che affliggono il personale amministrativo del Tribunale e della Procura di Bergamo, che ha dato vita all’ennesima mobilitazione: oggi, dalle 11 alle 12, i dipendenti si ritrovano in presidio davanti alla sede della Prefettura, in via Tasso, insieme ai rappresentanti dei sindacati Cgil, Cisl, Flp e Usb. "Il personale amministrativo del tribunale è in stato di agitazione dal 30 gennaio – ricordano Leopoldo Chiummo (Fp-Cgil), Fabio D’Aniello (Cisl-Fp), Francesca Mezzanotte ((Flp) e Antonello Solimeno (Usb Pubblico impiego) –. La protesta è iniziata per una modifica unilaterale da parte della dirigenza del vigente accordo, siglato nel 2017 dopo un lungo periodo di trattativa sull’orario di lavoro". Nell’accordo venivano autorizzate 9 ore al mese di eccedenza oraria, da utilizzare a ore o per l’intera giornata, entro il mese successivo, ore ridotte a quattro.

"La dirigenza amministrativa del Tribunale – replica il presidente del palazzo di giustizia Cesare de Sapia – ha applicato le direttive e le circolari del ministero della Giustizia".

Michele Andreucci