La rete dei foreign fighters attorno a Ghaith

Lecco, il tunisino che presto uscirà dal carcere la prossima settimana: "Non cacciatemi dall’Italia. Verrò torturato di nuovo"

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di Daniele De Salvo

"In Tunisia mi hanno torturato e mi tortureranno di nuovo, per favore non cacciatemi dall’Italia". Nel sua paese d’origine non ci vuole proprio tornate Ghaith Abdessalem, il 26enne tunisino di Lomagna su cui pende un mandato di espulsione coatta firmato nel 2015 dall’allora ministro dell’Interno Angelino Alfano perché ritenuto un fiancheggiatore dei tagliagole dell’Isis. Sostiene di essere stato torturato quando è stato rispedito in Tunisia, prima di tornare illegalmente in Italia e darsi poi alla macchia in giro per mezza Europa. E sostiene che verrà torturato di nuovo se effettivamente venisse rispedito dall’altra parte del Mediterraneo una volta terminata di scontare il 14 febbraio quel che gli resta di una condanna. Per questo ha presentato domanda di protezione internazionale. In attesa che la domanda di asilo politico venga esaminata resterà così in Italia, sebbene ne abbia combinate parecchie e vanti amicizie con diversi foreign fighter.

Era un miliziano del Califfato ad esempio suo fratello maggiore poi giustiziano nel 2017 a quanto pare dagli stessi terroristi perché sembra volesse tornare anche lui in Italia. Ma sono partiti per la Siria pure alcuni suoi connazionali che bazzicava da adolescente e con cui è rimasto in contatto, di cui ha continuato a postare fotografie che li ritraggono con l’indice alzato, simbolo dell’unicità di Allah. Il tunisino, catturato e scappato a più riprese almeno quattro volte prima di essere arrestato definitivamente lo scorso settembre sia per le ripetute evasioni oltre che per una rapina e per aver aggredito gli agenti della Polfer, par sia inoltre finito pure in brutti giri di spaccio durante il suo peregrinare per la Francia, il Belgio, la Germania e la Svizzera dopo l’ultima fuga terminata appunto con la cattura cinque mesi fa. Nonostante il passato nemmeno troppo remoto estremamente burrascoso, le frequentazioni pericolose, il decreto di espulsione che incombe, domenica, quando lascerà la casa circondariale di Pescarenico, non verrà comunque imbarcato sul primo volo per Tunisi: ha diritto lo stesso a restare in Italia, in attesa che qualcuno decida se meriti l’asilo politico. Nella speranza che intanto non scappi di nuovo.