DANIELE DE SALVO
Cronaca

Jihadista sul web : "Imminente attivazione. Un rischio possibile"

Montevecchia, arrestato studente di farmacia di 22 anni che vive con la famiglia. Trovati manuali per confezionare ordigni. Per gli inquirenti "Un lupo solitario".

Montevecchia, arrestato studente di farmacia di 22 anni che vive con la famiglia. Trovati manuali per confezionare ordigni. Per gli inquirenti "Un lupo solitario".

Montevecchia, arrestato studente di farmacia di 22 anni che vive con la famiglia. Trovati manuali per confezionare ordigni. Per gli inquirenti "Un lupo solitario".

Mohamed all’università studia farmacia. Non per curare, ma per uccidere gli “infedeli“, con veleni e bombe sporche. A casa sua, a Montevecchia, gli investigatori della Digos, oltre ai libri di farmacologia, hanno trovato manuali per produrre sostanze tossiche e confezionare ordigni artigianali da innescare semplicemente con telefonini cellulari usati come detonatori. Archiviati nel suo pc e sullo smartphone, invece, centinaia di file tra video di propaganda degli jihadisti dell’Isis, altre istruzioni su come preparare armi chimiche ed esplosivi, indicazioni su come organizzare attentati, suggerimenti sull’utilizzo sicuro dei social senza essere rintracciati e parecchio altro materiale compromettente, con cui passare dalla teoria alla pratica. E poi, un manoscritto, una sorta di diario, infarcito di citazioni di noti teologi islamici radicali. I poliziotti dell’Antiterrorismo di Milano con i colleghi della questura di Lecco hanno arrestato Mohamed Ghonim, insospettabile studente egiziano di 20 anni iscritto alla facoltà di Farmacia a Milano. "Detenzione di materiale con finalità di terrorismo", l’ipotesi di reato. Papà pizzaiolo, mamma casalinga, primogenito di tre fratelli, Ghonim è arrivato in Italia con loro da adolescente. "Simpatico, educato, ben integrato, sicuramente un abbaglio", sostengono increduli i vicini. "Un lupo solitario", per gli inquirenti, perché non frequenta moschee, non ha amicizie pericolose, non appartiene a reti di estremisti, né lui, ancor meno i suoi familiari. A puntare per primi il presunto terrorista islamico della porta accanto sono stati gli 007 dell’Agenzia di sicurezza esterna e della Direzione centrale della Polizia di prevenzione per il servizio di contrasto del terrorismo: Ghonim era tra i membri più attivi di alcuni canali Telegram di propaganda dei tagliagole del Califfato nero, attraverso cui avrebbe anche conosciuto esponenti dello Stato Islamico. Gli accertamenti telematici avrebbero consentito di accertare l’acquisizione di "numeroso materiale riferibile all’Isis, nonché manuali e istruzioni operative e altro materiale digitale prodromico alla fabbricazione di ordigni esplosivi artigianali", spiegano gli investigatori, che parlano pure del rischio di una "possibile sua imminente attivazione". Tradotto: era pronto per entrare in azione. Mercoledì all’alba è così scattato il blitz per catturarlo. Durante la perquisizione sono stati sequestrati tra il resto manuali in lingua araba, stampati in proprio, con il logo della Fondazione Al-Saqri per le Scienze militari sulla preparazione di bombe casalinghe e sostanze tossiche. "Non sono un terrorista", si difende Ghonim, il cui arresto è stato però convalidato.