Valbona, Ghassen, il fratello Ghaith, Alice e il marito Mohamed, il pugile Moutaharrik, l’imam Idriz e ora Ghonim. L’ombra della bandiera nera dei terroristi dello Stato islamico torna ad allungarsi sulla provincia di Lecco, una delle storicamente più a rischio di infiltrazione di estremisti islamici. Lo dimostrano le numerose operazioni compiute dagli agenti della Digos e dai carabinieri del Ros, gli arresti eccellenti, gli ordini di espulsione di fiancheggiatori e predicatori d’odio, l’arruolamento diforeign fighter. L’elenco è lungo. Nel dicembre 2014 Valbona Beriscia, mamma albanese di Barzago ha lasciato il marito e le due figlie piccole per raggiungere i miliziani dell’Isis, trascinando con sé nell’inferno della Siria il figlio Alvin di appena 6 anni: lei in Siria è morta, Alvin fortunatamente 5 anni dopo è stato riportato a casa, ferito ma vivo. Sempre nel 2014 un 19enne straniero naturalizzato italiano è stato fermato perché pronto a indossare la divisa degli jihadisti in Iraq. Nel febbraio 2015, Alice Brignoli di Bulciago, partita per la Siria col marito marocchino Mohamed Koraichi e i tre bimbi piccoli di 6, 4 e 2 anni: mamma e figli, più un quarto fratellino, nel 2020 sono stati riportati in Italia sani e salvi, Mohamed no, è morto in una prigione siriana. Poi Moutaharrik Abderrahim, marocchino campione di kickboxing di Valmadrera arrestato nell’aprile 2016 perché pronto a compiere attentati in Vaticano. E ancora: nel luglio 2017, Ghaith, giovane tunisino di Lomagna finito in manette perché rientrato in Italia dopo essere stato espulso perché sosteneva sui social il fratello Ghassen, miliziano dell’Isis ucciso dai suoi stessi commilitoni. Oppure Idriz Idrizovic, imam kosovaro di Olgiate Molgora che predicava la “guerra santa“. E nei giorni scorsi Ghonim Mohamed, studente egiziano di 20 anni di Montevecchia, potenzialmente in grado di compiere attentati con bombe sporche, sebbene le indagini siano ancora in corso. D.D.S.
CronacaForeign fighters e Isis. La provincia più a rischio