Investito da un macchinario muore a 58 anni nel cantiere

L’uomo aveva appena iniziato il turno in un’azienda edile di Introbio. L’allarme dei colleghi è stato inutile

Migration

INTROBIO (Lecco)

di Daniele De Salvo

Un’altra morte bianca che di bianco non ha nulla in Lombardia. Ieri mattina a Introbio in Valsassina un operaio è morto, dopo essere stato investito da un collega che stava guidando un mezzo da lavoro in retromarcia. La vittima si chiamava Ivan, aveva 58 anni, era originario della Moldavia e abitava a Pasturo. L’incidente è successo intorno alle 7.30 a inizio turno alla "Edil Benedetti", impresa edile familiare che si affaccia sulla Sp 62 nel tratto di via Vittorio Veneto. La dinamica dell’infortunio letale non è ancora chiara, la stanno accertando con fatica i carabinieri insieme agli ispettori di Ats. Alcuni testimoni hanno riferito che il moldavo 58enne si sarebbe accasciato a terra, portandosi le braccia al petto con una smorfia di dolore, collassando proprio mentre un altro collega stava effettuando manovra con un muletto o un altro mezzo di movimentazione, senza riuscire a evitarlo.

Per soccorrerlo sono subito intervenuti i volontari del Soccorso Centro Valsassina di Introbio, raggiunti poco dopo dai sanitari di Areu dell’eliambulanza di Bergamo. I soccorritori hanno tentato di rianimarlo e di stabilizzare i parametri vitali, per poterlo trasferire d’urgenza in ambulanza all’ospedale Alessandro Manzoni di Lecco, dove è arrivato poco prima delle 9. Nonostante le manovre rianimatorie, le cure e il ricovero d’emergenza, nel giro di una ventina di minuti Ivan però è morto, senza essersi mai più ripreso, anche a causa di alcuni traumi da schiacciamento che gli sono stati riscontrati al torace.

"Non sappiamo nemmeno noi con precisione cosa sia accaduto – spiegano dalla "Edil Benedetti" -. Alcuni lo hanno visto accasciarsi a terra esanime come se fosse stato colto da un malore. Per noi è una tragedia, siamo una piccola realtà imprenditoriale, per noi i nostri dipendenti sono persone di famiglia". Il moldavo lavorava lì dal 2019, era assunto regolarmente a tempo indeterminato. "È stato tremendo telefonare al figlio per avvisarlo prima che il padre si era fatto male e poi per comunicargli che purtroppo era morto", proseguono dall’azienda dove Ivan lavorava. Quest’anno gli infortuni sul lavoro in Lombardia sono aumentati quasi del 60%. La Lombardia è la ragione dove si muore di più di lavoro: le vittime sono più di una settantina. Da inizio anno i lecchesi morti mentre stavano lavorando sono già tre.