
L'ospedale Manzoni di Lecco
Lecco, 7 febbraio 2020 - È sparita dal reparto dove presta servizio, piantando in asso pazienti e colleghi, senza avvisare la sua caposala né chiederle il permesso per sottoporsi ad un holter durante l’orario di lavoro. Per questo un’infermiera di 45 anni che abita in Brianza, assegnata prima al Centro Dialisi del San Leopoldo Mandic di Merate e ora trasferita all’Alessandro Manzoni di Lecco per non provocare ulteriori problemi, è stata sospesa senza stipendio per tre giorni.
A condannarla, dopo averla assolta una prima volta per un episodio simile, è stata la direttrice delle Risorse umane dell’Asst provinciale Ilaria Terzi al termine di un’indagine interna. Nei verbali si riporta di "abbandono arbitrario del servizio senza preavviso e contestuale mancanza di correttezza nei confronti della propria responsabile", la quale, quando le ha chiesto conto del suo comportamento, sarebbe stata pure apostrofata dalla “furbetta“ che avrebbe replicato con un "io con te non voglio parlare".
L’infermiera assenteista in corsia, oltre che dal proprio avvocato di fiducia, è stata difesa pure da alcuni rappresentanti sindacali, secondo cui in fondo non avrebbe commesso nulla di grave poiché nessun paziente a lei affidato ha subito conseguenze. Per altri sindacalisti però di contro tre giorni di sospensione senza paga sono invece troppo pochi, perché l’infermiera 45enne durante l’holter non ha nemmeno timbrato il cartellino ed è stata quindi retribuita come se si trovasse al lavoro. Per questo hanno preannunciato un esposto in Procura nei suoi confronti e di quelli dei componenti della Commissione disciplinare che non hanno reclamato la restituzione dello stipendio non dovuto.