
Luisa Emilia Spreafico aveva 69 anni
Galbiate (Lecco) – “Giustizia”. La reclama Mattia Butta Gonzales, ingegnere di 44 anni, ricercatore all’università di Praga. Sua mamma era Luisa Emilia Spreafico, 69enne di Malgrate morta a fine giugno 2024 dopo essere stata falciata a Galbiate da una pirata della strada, che poi si è scoperto essere una donna di 62 anni di Ello al volante di una Mercedes Classe A, indagata per omicidio stradale e che probabilmente chiederà di patteggiare. Era, mamma di tre figli, nonna e, tra il resto, presidente del Movimento della Terza Età.
“Hanno investito la mamma”, mi hanno avvisato per telefono – racconta Mattia -. Così, senza nemmeno dirmi “ciao“. È passato ormai un anno da quella telefonata che ha interrotto una serena giornata di inizio estate mentre esaminavo l’ultimo studente della sessione. Ed è passato un anno dalla corsa disperata verso l’aeroporto per prendere il primo volo disponibile verso l’Italia nella speranza di non arrivare troppo tardi. Un anno da quella sera in cui sono entrato in Terapia intensiva dove mamma era ricoverata e ho ascoltato il silenzio dell’impotenza, fatto di dolore soffocato dai farmaci e ventole di respirazione assistita coi bip-bip dei macchinari che tengono le vite appese a un filo: un soffio e se ne vanno. Un anno da quando mi sono trovato dentro una stanza con un medico che faceva mille domande per la donazione degli organi, in un processo che sembrava non finire mai. Un anno da quando col pollice ho fatto una croce in fronte a mia mamma e le ho detto ciao. Un anno da quando sono tornato a Praga e ho provato a ripartire”.
Mattia si aspettava almeno delle scuse, invece nulla: “Ogni giorno ho aperto la buca delle lettere sperando di trovare un messaggio di scuse che non sono mai arrivate”. Mattia vorrebbe gridare che sua mamma era una persona perbene e che merita giustizia, una giustizia, che tuttavia sembra tardare.