DANIELE DE SALVO
Cronaca

Rogo in cascina a Cremella, l’ombra del dolo: “Abbiamo rischiato di bruciare vivi”

Notte di paura nel Lecchese: una coppia si è lanciata dalla finestra, intossicata una bimba di 3 anni

La cascina di via San Giovanni nel centro di Cremella distrutta dall’incendio divampato la notte scorsa L’intero stabile è sotto sequestro

La cascina di via San Giovanni nel centro di Cremella distrutta dall’incendio divampato la notte scorsa L’intero stabile è sotto sequestro

Cremella (Lecco) – Un boato, poi le urla e il fuoco. In pochi istanti la cascina si è trasformata in un inferno. Chi è riuscito è scappato fuori casa dalle porte e giù per le scale, gli altri si sono lanciati dalle finestre, nudi. Una bambina di 3 anni è stata ricoverata in osservazione al Niguarda perché rimasta intossicata insieme ai genitori, mentre due quarantenni, compagna e compagno, sono stati trasferiti d’urgenza in ospedale a Monza e a Lecco: lei si è spaccata una caviglia, lui la testa. Ferito pure un vigile del fuoco, un caposquadra di 51 anni colpito alla schiena da un detrito che gli ha fratturato una vertebra: ne avrà almeno per trenta giorni. Sull’incendio divampato l’altra notte in centro a Cremella e che ha distrutto una corte incombe lo spettro del dolo. Su chi lo abbia appiccato e soprattutto sul perché non ci sono al momento certezze, solo tanti sospetti.

Le fiamme tuttavia si sarebbero propagate troppo rapidamente e in più punti per non essere state innescate di proposito. “Se non ci fosse stata l’esplosione e qualcuno non avesse gridato, non ci saremmo accorti di nulla, non ci saremmo svegliati né saremmo fuggiti in tempo. Saremmo tutti morti bruciati vivi”, racconta il papà della bimba di 3 anni intossicata, un 50enne del posto.

Una strage, stava per succedere una strage”, dice sconvolta una giovane che abita lì vicino e che ha dovuto trascinare via di peso la nonna, una 90enne che cammina a stento. Grazie ai vigili del fuoco, ai soccorritori di Areu e ai volontari della Protezione civile, invece, la strage non c’è stata: sono intervenuti in pochi minuti, frenando la furia del rogo ed evacuando quanti rimasti intrappolati nelle stanze invase dal fumo e dalle fiamme. Il bilancio comunque è pesante: sette appartamenti distrutti e inagibili, 14 sfollati, più altri quattro alloggi comunali saturi di fuliggine.

L’intero stabile è ora sotto sequestro su ordine del magistrato di turno incaricato del caso, per consentire ai funzionari del Nucleo investigativo della Direzione regionale del 115 e ai carabinieri di Cremella e del Nucleo operativo della compagnia di Merate di svolgere le indagini. Mancano elementi concreti, ma l’ipotesi è quella di un gesto doloso. “Uno sfregio alla nostra comunità e a chi ha compiuto una vita di sacrifici per poter comprare casa e costruire una famiglia”, sono le parole della sindaca Cristina Brusadelli, tra le prime ad assistere gli sfollati.