Incendio a Bergamo: tre palazzine inagibili per una scintilla partita dal flessibile

Relazione dei vigili del fuoco sull'incendio del 21 agosto in via Moroni: potrebbe essere stato provocato da un flessibile contro un chiodo. Indagato il titolare della ditta che aveva firmato il contratto di appalto. 50 persone sfollate, 300 mq di superficie divorata.

Consegnata alla procura (pm Pansa) la relazione dei vigili del fuoco del Nia (Nucleo investigativo anticendio) di Milano sull’incendio scoppiato il 21 agosto in via Moroni che devastò sei appartamenti. In base alla relazione a provocare il rogo potrebbe essere stato l’attrito del flessibile contro uno dei chiodi che fissavano alcuni pannelli al tetto. I due artigiani incaricati della ristrutturazione della mansarda al terzo piano della palazzina al civico 20. Secondo gli investigatori i due artigiani stavano lavorando (all’inizio sembrava che fossero impegnati solo in operazioni di sgombero dei locali). Probabilmente una scintilla deve aver intaccato il tetto in legno realizzato con una tecnica antica ormai superata per ragioni di sicurezza. E questo è un altro aspetto che potrebbe incidere sull’andamento dell’inchiesta aperta per incendio colposo aggravato, inchiesta che vede indagato il titolare della ditta che aveva firmato il contratto di appalto per i lavori di ristrutturazione alla mansarda. È il soggetto che avrebbe dovuto adottare il piano di sicurezza. Il rogo danneggiò sei appartamenti e reso inagibile tre palazzine (una cinquantina le persone inizialmente sfollate). Alla relazione dei vigili del fuoco ora occorre aggiungere quella della Polizia locale e della dei carabinieri dell’Ispettorato del lavoro. Intano è passato quasi un mese e mezzo da quel 21 agosto che ha cambiato la vita a una cinquantina di residenti in via Moroni per via dell’incendio che aveva divorato una superficie di 300 metri quadri, a partire dall’ultimo piano del civico 20. F.D.