
MERATE
A scuola come a casa, perché la scuola è la loro seconda casa, dove trascorrono la maggior parte del tempo, crescono, si formano per il futuro, svolgono attività sportiva, frequentano gli amici e spesso conoscono i primi amori. Per questo una scuola sicura e adeguata come una casa è il minimo da chiedere e ottenere. Eppure così non è, non sempre almeno. Per questo ieri mattina 400 ragazze e ragazzi dell’istituto tecnico e commerciale statale di Merate hanno scioperato e sono scesi in strada per reclamare un impianto di riscaldamento che funzioni, tapparelle nuove, la connessione internet veloce nelle aule, spazi attrezzati, computer moderni, locali a norma e non sovraffollati, mezzi di trasporto pubblico capienti. Ma non basta: "Vogliamo una scuola accessibile, inclusiva a nostra misura, perché siamo noi che viviamo la scuola – spiegano Sharon Kouakou, Vittoria Ronchi, Edoardo Mattavelli e Giacomo Arrigoni, che sono i rappresentanti d’istituto -. Vogliamo un posto dove sentirci a casa, perché trascorriamo la maggior parte del tempo a scuola". Gli studenti del Viganò, a cui si sono uniti pure alcuni liceali del vicino Maria Gaetana Agnesi, hanno anche formulato proposte concrete, elaborate durante una sorta di forum organizzato nella centralissima piazza Giulio Prinetti, davanti al municipio, che hanno raggiunto in corteo sfilando per le vie cittadine sventolando striscioni Li hanno scortati decine di poliziotti, carabinieri e agenti della Polizia locale schierati in un sovradimensionato cordone di sicurezza, perché tutto si è svolto in maniera pacifica. Gli studenti sono stati accolti dal sindaco Massimo Panzeri, mentre i cittadini hanno applaudito alla manifestazione. Daniele De Salvo