Il pronipote dell’Abate s’indigna: "L’autore de Il Bel Paese tradito dalla nuova edizione"

Il discendente di Antonio Stoppani, del quale ricorre il bicentenario della nascita custode dell’eredità morale dell’illustre antenato che fu anche scienziato e sacerdote .

Il pronipote dell’Abate s’indigna: "L’autore de Il Bel Paese tradito dalla nuova edizione"

Il pronipote dell’Abate s’indigna: "L’autore de Il Bel Paese tradito dalla nuova edizione"

"Un tradimento, giù le mani dal mio prozio, l’Abate Antonio Stoppani". Non usa mezzi termini Fabio Stoppani, 75 anni, pronipote di Antonio Stoppani, geologo, paleontologo, patriota e sacerdote di Lecco, scomparso il primo gennaio 1891 a 66 anni, del quale il prossimo 15 agosto ricorre il bicentenario della nascita. Il discendente dell’autore de Il Bel Paese, è anche presidente del Centro studi intitolato al suo antenato per preservarne l’eredità scientifica, culturale, morale e di fede. Ed è proprio la pubblicazione della nuova edizione de Il Bel Paese, proposta da Einaudi e curata da Walter Barberis, a indignare Fabio Stoppani, bisnipote di Giovanni Maria Stoppani, fratello minore dell’Abate.

Nell’anteprima di una lunga nota critica storico-filologica evidenzia 62 errori di composizione e denuncia che è stato "tradito l’impegno di fedeltà all’originale anche nella grafia e negli usi tipografici". Sono stati ad esempio eliminati i corsivi delle didascalie delle 39 incisioni "creando ambiguità sulla struttura della letteratura, che è ciò che l’autore evitò accuratamente con il ricorso ai corsivi".

Sono state eliminate pure le 210 testatine poste dall’Abate in testa a ogni pagina dispari. Ma già la copertina è diversa da quella del libro del 1876: "Non la perfetta e parlante copertina con il Vesuvio, simbolo dell’unicità del nostro Paese e delle nuove attività produttive figlie della scienza, ma l’anonimo ritaglio di un dipinto" di due donne in treno. Non è un cambio di poco conto: "Il 30% de Il Bel Paese è dedicato al vulcanesimo e fenomeni collegati – spiega il presidente del Centro studi – Le due donne eleganti e piacenti su un treno che non attraversa nemmeno l’Italia sono un insulto all’Abate. Alla sua epoca è stato calunniato dai preti reazionari come “ammogliazzato“ e “mercatore di sorrisi inverecondi“. Si è dovuto difendere e ha vinto la battaglia in Tribunale contro questi attacchi che ora vengono ingenuamente riproposti". Dal frontespizio è stata inoltre censurata la citazione di Petrarca: "Il Bel Paese, ch’Appennin parte, e ’l mar circonda e l’Alpe".

Nel saggio ci sono poi molte altre discrepanze, segnalate ai curatori della nuova edizione, eppure "volutamente ignorate in virtù di un tentativo di attualizzazione, preludio del revisionismo. Il Bel Paese non è un’illustrazione dell’Italia, è lo studio di uno scienziato e il suo manifesto elettorale, produttivo economico e culturale per quando avrebbe dovuto candidarsi alle elezioni – sottolinea Fabio Stoppani – Proprio nel bicentenario della nascita tuttavia viene edita una deludente proposta dell’opera più popolare di chi ha dato un così ricco contributo alla nostra cultura collettiva".