DANIELE DE SALVO
Cronaca

Il Cristo di Lecco "Al 92 per cento è opera di Leonardo" Lo dice un software

Un designer brasiliano esperto d’intelligenza artificiale ha messo sotto la lente d’ingrandimento l’opera custodita in città: per lui che il disegno sia di scuola vinciana è fuori dubbio.

Il Cristo di Lecco "Al 92 per cento è opera di Leonardo" Lo dice un software

di Daniele De Salvo

Il Ritratto di Lecco è al 92% opera di Leonardo da Vinci. Lo dice l’intelligenza artificiale. Il designer brasiliano Átila Soares da Costa Filho, esperto in Storia, Filosofia, Chiesa medioevale, Storia dell’arte, Antropologia e Sociologia, nonostante sia laureato in Disegno industriale sta collaborando allo sviluppo di un programma informatico in grado di stabilire la paternità di un dipinto. Átila Soares da Costa Filho è lo stesso che avrebbe rivelato il vero aspetto di Maria, la madre di Gesù, in base al volto impresso sulla Sindone. Il programma si chiama Luminari.

"I risultati preliminari indicano che il Ritratto di Lecco sia stato disegnato direttamente da Leonardo da Vinci con una probabilità del 92% – rivela lo studioso carioca – Di solito si ritiene autentica un’opera che abbia almeno il 75% di corrispondenza con le altre di un artista". Si tratta dell’ennesima possibile conferma che a dipingere il Ritratto di Lecco sia stato proprio Leonardo, sebbene al momento manchino validazioni da parte di ricercatori indipendenti.

Il cosiddetto Cristo di Lecco – che appartiene a Silvia Gallo e Massimo Mazzoleni, marito e moglie di Pasturo che lo hanno svelato al mondo per la prima volta nel dicembre 2019 – è un disegno a sanguigna su carta color avorio vergata e filigranata. Misura 24 x 16,8 centimetri e rappresenta il volto di uno sconosciuto tra i 35 e i 40 anni che assomiglia incredibilmente a un giovane Leonardo.

Che sia di scuola vinciana non ci sono dubbi, mentre che sia opera proprio di Leonardo invece sì, e parecchi anche. Sul retro del ritratto infatti ci sono due scritte: "Milano - XVI sec" e "FE Salai 1511 Dino", uguale a quella sul Salvator Mundi conservato in Pinacoteca Ambrosiana. "FE Salai" significa "Lo ha fatto Salai", ovvero Gian Giacomo Caprotti, un allievo di Leonardo, autore appunto pure del Salvator Mundi della Pinacoteca Ambrosiana.