Il badminton sale in cattedra al Politecnico

Circa cinquecento dei 1.800 universitari provengono da Paes in cui questo sport è diffuso

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Il badminton in cattedra all’università. Al Polo territoriale di Lecco del Politecnico di Milano lo sport che probabilmente risale a più di 3 mila anni fa si è meritato una lezione. Sono saliti sul pulpito dell’ateneo il presidente del Badminton & croquet club Lecco, Giorgio Rusconi, e l’allenatore Alessandro Redaelli che hanno tenuto una sorta di lectio magistralis a cui hanno assistito molti studenti che il badminton lo conoscono, lo seguono e lo praticano già: dei circa 1.800 universitari che frequentano il Politecnico di Lecco, quasi 500, poco meno del 30%, sono infatti stranieri e provengono da Paesi dove la disciplina sportiva, che ha debuttato alla 25ª edizione dei Giochi olimpici del 1992 a Barcellona, è molto in voga e apprezzata, a differenza che in Italia. In Cina, Indonesia, India, Malaysia.

I due professori del badminton si sono cimentati in storia, arte alcuni dipinti del Settecento esposti agli Uffizi di Firenze e un’opera del Canaletto che ritrae la Badminton House nel Glocestershire in Gran Bretagna, e anche fisica con il record mondiale di uno smash a 493 chilometri all’ora che rendono il badminton il gioco più veloce al mondo, non solo tra le racchette.

"La lezione è stata anche l’opportunità per far conoscere questa opportunità sportiva ai futuri architetti e ingegneri che studiano al Politecnico", spiega il presidente del Badminton & croquet club Lecco. Una studentessa cinese proveniente da una remota regione ai confini con la Mongolia, ha riscoperto del resto il badminton e ha ricominciato a praticarlo proprio in riva a quel lago di Como che volge a mezzogiorno, grazie a un ragazzo kazako che indossava una maglietta del Club di Lecco. D.D.S.