Guerriglia a Milano, indagato il trapper Baby Gang: si cercano armi

Zaccaria era finito già nei guai per aver istigato alla violenza. Indagati 13 ragazzi, tra cui 3 minorenni

Il trapper  Baby Gang

Il trapper Baby Gang

Lecco, 16 aprile 2021 – Baby Gang è uno degli indagati per la guerriglia urbana scatenata sabato scorso a San Siro a Milano. Sarebbe stato infatti proprio il trapper emergente a incitare alla rivolta e a impartire l'ordine “raga, se arrivano gli sbirri nessuno scappa”. Baby Gang, al secolo Zaccaria Mohuib, italiano di padre egiziano e madre marocchina, originario di Lecco ma attualmente residente a Sondrio sebbene domiciliato in realtà in una comunità di recupero alle porte di Milano, era già finito nei guai lo scorso ottobre per episodio simili. Con lui sono indagati altri 13 ragazzi, di cui tre minorenni, mentre gli altri hanno trai 20 e i 27 anni e vivono tutti tra Milano e Lecco.

In diversi hanno precedenti per furti e rapine. Tra loro c'è anche Amine Ezzaroui, in arte Neima Ezza, 19 anni, il protagonista del video per il quale il 10 aprile in zona San Siro appunto si erano radunati 300 ragazzi senza alcun distanziamento che poi hanno iniziato a lanciare pietre, bastoni e bottiglie contro le forze dell'ordine intervenute. Gli agenti della Digos e della Mobile di Milano stanno effettuando diverse perquisizioni su ordine del pm Leonardo Lesti. I poliziotti con il blitz stanno cercando anche armi, munizioni, e coltelli, data la “particolare violenta animosità, desumibile dalle condotte tenute in piazza" e la "eccezionale veemenza dei fatti”, si legge nel decreto. Sono già stati sequestrati anche cellulari e dispositivi informatici per valutare possibili collegamenti con altri settori degni di attenzione e monitoraggio. “Questi fenomeni, così provocatori e palesi nelle loro forme di illegalità, non possono passare impuniti, anche se va detto che la repressione e il contrasto devono essere accompagnati da adeguate politiche sociali di reinserimento e di riqualificazione di certe zone in cui vivono questi giovani”, spiega pm Alberto Nobili, capo del pool antiterrorismo milanese.