Gli arretrati sono tanti I soldi per pagarli finiti

Lecco, si cerca un accordo nella sanità locale. I sindacati: servono assunzioni

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di Daniele De Salvo

Centosettantasettemila ore arretrate di tempi di vestizione.

Sono tante quanto un intero anno di lavoro di 126 infermieri, oss, ausiliari, tecnici e operatori sanitari vari dipendenti dell’Asst lecchese, che hanno diritto al pagamento di 7 minuti a turno per indossare la divisa, ma che, dal 2018 al 2022, non sono state mai loro riconosciute.

Alle 177mila ore dell’ultimo quadriennio se ne sommano altre 150mila pregresse, per un totale di 327mila ore che equivalgono, tutte assieme, ad un vero esercito di 230 operatori sanitari non medici.

Oltre alle 177mila ore arretrate di tempi di vestizione, i dipendenti dell’Aziensa socio-sanitaria lecchese - cui fanno capo gli ospedali “Alessandro Manzoni“ di Lecco, l’“Umberto I“ di Bellano e il “San Leopoldo Mandic“ di Merate più vari poliambulatori e servizi distaccati -, hanno anche 46mila giornate arretrate solo di ferie, senza considerare circa 158mila ore di straordinari da recuperare per un totale delle ore di lavoro di circa 500 dipendenti, un quarto di quelli attualmente in servizio.

I soldi per liquidare la montagna di ore però non ci sono, sono finiti.

Per pareggiare i conti, i manager della sanità pubblica provinciale sperano di cavarsela con un accordo che prevede per chi ne ha diritto cinque giornate di riposo extra all’anno per i prossimi tre anni, per 15 giorni di vacanza in più in tutto.

Sembra che qualcuno dei rappresentanti sindacali sia già pronto a firmare un’intesa considerata al ribasso, ma i rappresentanti della Funzione pubblica della Cgil mettono le mani avanti.

Una simile ipotesi violerebbe le normative. Soprattutto, però, a pagare gli arretrati sarebbero alla fne gli stessi operatori sanitari che invece dovrebbero incassarli. "In conseguenza dell’evidente carenza di personale in servizio, per ogni dipendente che rimarrà a casa per effettuare il recupero dei cinque giorni all’anno consentiti dall’ipotesi di accordo, un altro collega dovrà, a sua volta, saltare invece il riposo o le ferie per coprire il turno, alimentando così un sistema perverso in cui il debito si sposta da un lavoratore all’altro – denunciano dalla Fp Cgil -.

Da tempo chiediamo un piano credibile di smaltimento delle ferie e delle ore a recupero, realizzabile solo attraverso un piano straordinario di assunzioni: la cronica carenza di organico è il principale motivo dell’incremento delle ore a recupero e delle ferie arretrate".