Morto per aver mangiato un fiore velenoso, l’ultimo saluto a Stefano Bonacina

Calolziocorte, chiesa gremita al funerale dell'allenatore di 56 anni morto per aver scambiato una pianta tossica per tarassaco: “Sempre disponibile e con un sorriso per tutti”

Stefano Bonacina e una pianta di tarassaco

Stefano Bonacina e una pianta di tarassaco

Calolziocorte (Lecco), 5 maggio 2023 – Adagiati sul suo feretro, la felpa amaranto degli under 15 dell'Acd Calolziocorte che allenava e un mazzo di rose bianche, i fiori che amava, come adorava tutti i fiori e tutte le piante di cui era esperto.

Si è svolto nel pomeriggio di oggi venerdì 5 maggio il funerale di Stefano Bonacina, il 56enne di Calolzio, ucciso da piante selvatiche velenose che ha cotto e mangiato dopo averle raccolte nel bosco, scambiandole per tarassaco invece commestibile. “Sempre disponibile e con un sorriso per tutti - lo ha ricordato don Valentino Ferrari, l'assistente parrocchiale del paese che ha celebrato le esequie - Un esempio, ha donato il proprio tempo agli altri”. In tanti hanno partecipato al suo ultimo saluto, per stare vicini alla moglie rimasta vedova Adriana e ai loro due figli giovani.

Stefano conosceva bene la flora selvatica, non era uno sprovveduto. Spesso la raccoglieva per cucinarla, come l'1 maggio, quando però probabilmente si è confuso. Se ne è accorto troppo tardi, solo quando ha cominciato a stare male. Pensava o sperava di cavarsela con una leggera intossicazione, ma le sue condizioni sono peggiorate e il giorno dopo ha deciso di andare in Pronto soccorso a Merate, consapevole di quanto successo.

È stato lui infatti a raccontare ai medici di aver mangiato qualche erba velenosa e anche ad indicare di averla scambiata per tarassaco. Il suo fisico era già molto debilitato e i suoi parametri erano parecchio scompensati, segno che le tossine letali erano state purtroppo già metabolizzate. Per questo è stato trasferito e ricoverato d'urgenza in Terapia intensiva.

I sanitari che lo hanno assistito hanno contattato pure i colleghi del Centro Antiveleni di Milano. Insieme hanno deciso di somministrare farmaci e terapie che bloccassero di gravi sintomi di cui soffriva sostenessero i valori vitali, per aiutarlo a superare la crisi.

Nonostante il fisico allenato, Stefano purtroppo non è stato in grado di reggere a lungo per smaltire il veleno assorbito, il suo quadro clinico ha subito un tracollo improvviso e nella notte tra mercoledì è giovedì il 56enne è morto.

La morte di Stefano è stato un evento raro, ma non unico, perché ci sono molte piante mortali più dei funghi, che non è semplice riconoscere, anche perché non ci sono elementi distintivi caratteristiche che rendono facile identificarle. Per molte specie inoltre non esistono nemmeno antidoti né sieri.