
Stefano Bonacina e una pianta di tarassaco
Calolziocorte (Lecco), 4 maggio 2003 - Credeva fosse tarassaco, invece era un erba velenosa. Così, Stefano Bonacina, 56enne di Calolziocorte, è morto dopo due giorni di agonia.
L’errore delle erbe
Stefano Bonacina è morto dopo 2 giorni di agonia per aver mangiato fiori tossici raccolti nel bosco. Bonacina ha scambiato erbe altamente velenose per denti di leone - il tarassaco appunto - che invece sono commestibili. E le ha utilizzate per prepararsi un piatto a base di verdura. Nonostante le abbia cotte, hanno contaminato l'intera pietanza.
Non era la prima volta che Giovanni raccoglieva e cucinava piante selvatiche raccolte nei boschi della zona. Sebbene non fosse un esperto, si dilettava in botanica. Fortunatamente non le ha servite ad altri familiari, altrimenti sarebbe stata una strage.
Il malore
Il calolziese nel giro di poche ore ha accusato un forte malessere, con nausea e problemi di stomaco e intestinali. Inizialmente non ci ha dato peso, ma le sue condizioni sono peggiorate ulteriormente.
In ospedale
Martedì, Bonacina ha chiesto aiuto ai medici del Pronto soccorso dell'ospedale di Merate. È stato trasferito e ricoverato d'urgenza in Terapia intensiva e sono stati contattati anche i consulenti del Centro Antiveleni di Milano, ormai però era tardi, perché le tossine letali erano state già metabolizzare.
Le terapie
Gli esperti del Centro Antiveleni di Milano non hanno potuto altro che consigliare ai colleghi medici di somministrargli terapie per contrastare i sintomi e ristabilire per quanto possibile i parametri vitali, nella speranza che superasse la crisi. Così non è stato: in nottata l’uomo è morto.
La vittima
Stefano Bonacina aveva 56 anni ed era un allenatore della Acd Calolziocorte. L’uomo lascia la moglie Adriana e i due figli Davide e Letizia, oltre al fratello Massimo. Il suo funerale verrà celebrato già domani, venerdì, nella chiesa arcipresbiterale di Calolziocorte alle 15.30. Non è stata disposta infatti alcuna autopsia, né altri accertamenti: non sono necessari, le cause del decesso sono chiare. Attualmente il suo feretro è stato ricomposto nella camera mortuaria del San Leopoldo Mandic di Merate. Verrà trasferito nel luogo delle esequie un'ora prima della cerimonia di commiato.