NINA FABRIZIO
Cronaca

Fase 2, prenotazioni e mascherine: Messa col Covid manager

Lecco, il prevosto don Davide Milani insieme a una squadra di volontari ha messo a punto un piano per la ripresa delle celebrazioni a San Nicolò

Il prevosto don Davide Milani

Lecco, 17 maggio 2020 - Ci voleva un po’ anche l’estro di un parroco (prevosto per l’esattezza) come don Davide Milani che forse si è lasciato guidare dall’ispirazione che negli anni tanti registi cinematografici da lui amati gli hanno dato, veri imbastitori di organizzazioni- monstre. Ma sono stati soprattutto i suoi parrocchiani, i fedeli della basilica di San Nicolò, a mettere in piedi in pochi giorni un’organizzazione modello e su base volontaria che da lunedì consentirà di tornare alla messa in una chiesa Covid free. Studiati i protocolli elaborati dal Comitato Tecnico scientifico e “bollinati” dal premier Conte e del capo della Cei Bassetti, a San Nicolò don Davide ha messo al lavoro un’imponente squadra per restituire alla città la frequentazione dell’edificio sacro che in tempi normali accoglie anche mille fedeli.

Sono state individuate due figure che hanno fornito una consulenza di livello: il Covid manager, il capo mondiale della sicurezza di Magneti Marelli, Mauro Masic, e l’ingegner Maurizio Favarelli, che firma e certifica il progetto di messa in sicurezza della basilica. I due hanno approntato un piano che darà accesso sicuro a un massimo di 170 fedeli cui forse non si arriverà con l’esordio di domani ma che sarà facilmente raggiungibile la prima domenica utile, il 24, all’Ascensione.

Quindi si parte. "Con una filosofia di fondo – avverte don Milani -: il percorso di sicurezza inizia da casa. Qui si deve valutare se le nostre condizioni di salute assicurano zero rischi di contagio". A quel punto, la messa si prenota (non obbligatoriamente, ma è consigliato), così si avrà diritto a un posto assegnato. Si deve sempre rispettare la distanza di almeno un metro e mezzo. Sul sagrato ci saranno distanziometri che agevoleranno flussi ordinati e senza assembramenti. A gestire le procedure ci saranno sei volontari per messa (le funzioni si aumentano nella giornata in modo da favorire la dilazione dei fedeli, non a meno di un’ora l’una dall’altra) e saranno sempre i volontari a sanificare gli spazi a conclusione di ogni funzione. In bella vista si ergeranno i totem con il gel igienizzante. "Senza mascherine non si entra – spiega ancora il Prevosto –, le porte resteranno spalancate in modo da non doverle toccare. Per la comunione passiamo noi celebranti al posto. Chi desidera riceverla rimane in piedi. Gliela porgiamo sulle mani". L’esperienza della pandemia, "una prova che non avremmo voluto ma c’è", ha fatto scoprire qualcosa anche a don Milani: "I volontari ci stanno insegnando che c’è un popolo pronto al servizio dell’eucaristia".