Fallimento Gestisport, che beffa. Su 500 istruttori solo 21 dipendenti

Assunti con contratti di collaborazione, dopo il licenziamento si vedranno negare anche la Naspi

Ennesima beffa per i dipendenti di Gestisport

Ennesima beffa per i dipendenti di Gestisport

Merate (Lecco) - Senza più lavoro, e quindi senza più stipendio, e senza disoccupazione. Quasi una beffa oltre al danno. Succede anche questo nell’Italia dai mille contratti di lavoro. Sui circa 500 istruttori e personal trainer di quella che era la Gestisport, che fino a inizio anno prestavano servizio nelle piscine e nelle palestre di mezza Lombardia prima del fallimento dichiarato all’antivigilia di Natale e della serrata coatta scattata il giorno dopo l’Epifania, solo 21 erano dipendenti. Sei di loro erano assunti al centro sportivo comunale di Merate e a quello privato di Oggiono, su un’ottantina di colleghi nel primo impianto e di un’altra settantina nel secondo. Tutti gli altri non hanno diritto né alla Naspi, riservata ai dipendenti né alla Dis-coll per i collaboratori coordinati e continuativi. Lo denunciano i sindacalisti della Slc Cgil di Lecco. "La maggioranza degli addetti nel nostro territorio era assunta con contratti di collaborazione, una condizione contrattuale che, alla luce del fallimento societario, ha comportato un grave danno ai lavoratori e alle lavoratrici che hanno perso il lavoro – spiega il segretario generale provinciale del sindacato di categoria -. Tale tipologia di lavoro parasubordinato, infatti, non prevede il versamento della contribuzione previdenziale, e di conseguenza non dà diritto a percepire né l’indennità di disoccupazione".

Oltre alla riapertura di tutte le strutture, che oltre a Merate e Oggiono si trovano Gorla Minore e Jerago in provincia di Varese, Voghera nel Pavese e a Bresso, Carugate, Lainate e San Donato del Milanese, la priorità è che "che al personale venga riconosciuta una maggiore dignità professionale, sulla base delle esperienze e delle competenze sistematicamente richieste e certificate", chiedono dalla Cgil. "Non possiamo più tollerare una svalutazione delle discipline sportive e dei professionisti che se ne occupano, con compensi talvolta inferiori ai 5 euro lordi", proseguono i sindacalisti.