
Un presidio dei dipendenti ai cancelli della Maggi
Lecco - Omessi versamenti di ritenute alla Maggi Group di Olginate. Condannato Giuseppe Maggi, all’epoca presidente, e assolto con formula piena il figlio Corrado. Ieri è stata letta dal giudice Nora Lisa Passoni la sentenza per la vicenda legata ai mancati versamenti all’Erario per complessivi 2 milioni e 400mila euro per le annualità 2014, 2015, 2016 e 2017. Il giudice Passoni ha condannato solo il presidente e legale rappresentante dell’azienda, all’epoca dei fatti e per il triennio 2015-2017.
Durante il processo Giuseppe Maggi, che in azienda era chiamato il signor Pino, ha spiegato che il mercato cinese ha messo in ginocchio l’azienda con sede a Olginate che produceva catene ed è stata dichiarata fallita nel 2019. Giuseppe Maggi durante la deposizione ha spiegato di "aver lasciato indietro l’Erario per più annualità, ma di aver garantito il pagamento degli stipendi dei lavoratori". Una decisione che ha portato a processo lui e il figlio Corrado, quest’ultimo però aveva un ruolo marginale all’epoca dei fatti in azienda. Al termine della requisitoria il Pm Caterina Scarselli ha chiesto la condanna di Giuseppe Maggi a 8 mesi di reclusione in riferimento all’omesso versamento.
Il giudice Passoni ha invece inflitto una pena complessiva pari a 2 anni e 2 mesi per gli anni 2015, 2016 e 2017 (assoluzione per il 2014), e disposto la confisca di beni per un milione 800mila euro. Assolto invece, come chiesto dall’accusa, Corrado Maggi, subentrato al padre Giuseppe soltanto nell’aprile 2017 nel ruolo di amministratore delegato e legale rappresentante dell’azienda. Il difensore dei due imputati – l’avvocato Ruggero Panzeri – rimarcando la differenza di ruoli tra Giuseppe e Corrado Maggi ha chiesto l’assoluzione per entrambi.
Il giudice ha disposto la condanna di Giuseppe Maggi e la confisca di suoi beni per un valore di un milione e 800mila euro, e l’assoluzione del figlio Corrado con la restituzione dei beni sequestrati. Le motivazioni saranno depositate in 90 giorni. L’avvocato Ruggero Panzeri ha spiegato che, dopo aver letto le motivazioni, sarà presa una decisione sul ricorso in Appello.