DANIELE DE SALVO
Cronaca

Il pilota eroe della Guerra di Spagna soffia su una torta di 102 candeline

Grande festa per Luigi Gnecchi pluridecorato della Guerra di Spagna e del secondo conflitto mondiale

Luigi Gnecchi, aviatore e pilota dell’areonautica militare nativo del rione Pescarenico di Lecco, in festa per il 102esimo compleanno

Lecco, 6 febbraio 2016 - Centodue candeline per il pilota eroe pluridecorato della Guerra di Spagna e del secondo conflitto mondiale Luigi Gnecchi. Classe di ferro, 1914, è uno degli ultimi superstiti della battaglia d’Inghilterra combattuta nei cieli d’oltremanica tra l’estate e l’autunno 1940 per conquistare la supremazia aerea. Si è arruolato nella Regia aeronautica militare italiana nel 1935, corso Pegaso. Era il periodo del Ventennio. Si è guadagnato la prima medaglia d’argento al valore militare nel ‘39 come capo formazione di una squadriglia di caccia bombardieri Fiat Br 20 al battesimo del fuoco durante la guerra civile iberica tra le fila dell’Aviazione legionaria.

La seconda decorazione l’ha conquistata invece in seguito alle numerosi missioni e alle incursioni nello spazio aereo londinese con il 43° stormo bombardamento, sempre ai comandi di una Cicogna, come veniva definito in gergo il bimotore che pilotava. Al petto gli è stata appuntata anche una croce di ferro di seconda classe tedesca e a molte altre mostrine e onorificenze. In occasione del traguardo del secolo di vita aveva ricevuto attestati di auguri da parte dei vertici dello Stato maggiore tricolore ma anche del ministro della Difesa, Roberta Pinotti. Il suo nome è il primo dell’elenco dei soci benemeriti dell’Unuci lecchese, l’Unione nazionale degli ufficiali in congedo ed è riportato anche nell’annuario dell’Istituto Nastro Azzurro per i decorati al valor militare.

È insomma una sorta Manfred von Richthofen italico, un Barone rosso tricolore. Ma se in patria è considerato un eroe, in terra catalana lo reputano invece una sorta di criminale di guerra perché ha partecipato a raid aerei in Spagna, considerati, secondo i giudici del regno di Filippo VI, atti «indiscriminati contro civili, che avevano come unico scopo bombardare quartieri densamente popolati della città di Barcellona». Anche i riconoscimenti attribuitigli dai generali del Terzo Reich continuano purtroppo a perseguitarlo. Dal canto suo ha sempre respinto con sdegno le accuse di bombardamenti a tappeto.

All’epoca, durante la Guerra di Spagna, nel 1937, di anni ne aveva 23 e volava con il nome in codice di Luis Lecito su mandato del Duce per aiutare i golpisti. Vertenze legali a parte, nessuno ha mai messo in dubbio le sue capacità di pilota, nemmeno il coraggio e le sue gesta. Erano tempi mitici che hanno segnato la storia dell’aviazione moderna, sostanzialmente si volava ancora a vista, imparando a memoria la carta geografica e a distinguere dall’alto i paesi che si sorvolavano, con qualcosa di più di una bussola di notte o quando il maltempo impediva la visibilità, i dispositivi di difesa a bordo praticamente non esistevano. Prima del Cicogna, il primo velivolo completamente in metallo, i velivoli erano in legno, tela e cartone, un bersaglio estremamente facile.