REDAZIONE LECCO

Due tragedie in pochi giorni, il sindaco chiede le protezioni

Il ponte della Vittoria è alto 96 metri. Il primo cittadino: "Dobbiamo trovare al più presto una soluzione"

Se Venezia ha il ponte dei sospiri, che i condannati dagli inquisitori di Stato di Palazzo Ducale attraversavano per essere imprigionati alle Prigione Nuove oltre il rio di Palazzo e il più delle volte finire con il collo sul ceppo sotto la scure del boia, Cremeno ha purtroppo il ponte dei suicidi dei disperati, da cui molte persone saltano per compiere il gesto estremo. È il ponte della Vittoria, costruito tra il 1921 e il 1925 sopra il torrente Pioverna: è lungo 75 metri e soprattutto è alto 96, un’altezza che non lascia scampo. È un capolavoro dell’ingegneria e dell’architettura, ma purtroppo è più famoso per quanti lì scelgono di farla finita. Arrivano apposta in Valsassina per il grande salto senza ritorno non solo dai paesi della zona o della provincia di Lecco, ma anche da tutta la Lombardia e anche oltre. Solo nelle ultime settimane dal ponte della Vittoria sono saltati in due: un 32enne a fine agosto e un 52enne milanese sabato scorso. Dal ponte della Vittoria di Cremeno nell’estate del 2020 si è gettato in preda ai rimorsi dell’orrore che aveva appena commesso pure Mario Bressi, il 45enne che a Margno ha ucciso a mani nude i suoi due figli gemelli Elena e Diego di 12 anni. Il sindaco di Cremeno da parecchio sollecita barriere o altre soluzioni per cercare di fermare la "processione" dei suicidi e ora, dopo gli ultimi nuovi episodi, torna nuovamente alla carica. "Non so cosa, ma qualcosa bisogna fare – dice -. Sediamoci almeno tutti attorno a un tavolo per trovare insieme qualche soluzioni, perché così non si può andare avanti". D.D.S.