DANIELE DE SALVO
Cronaca

Colico, parla il vigile accoltellato nei boschi della droga: “Rischio la vita per 1.300 euro al mese, lo faccio per i miei figli”

Roberto Pozzoli, 46 anni, è stato ferito durante un blitz antispaccio: "Non porto rancore, anche chi mi ha colpito è una vittima di questa piaga"

Roberto Pozzoli

Colico (Lecco) - È andata bene a Roberto Pozzoli, l’assistente esperto di 46 anni della Polizia locale dell’Alto Lario che l’altro giorno è stato ferito da un marocchino 44enne fermato nei boschi dello spaccio del lago di Como a Colico. Se l’è cavata con un profondo taglio a un dito e qualche punto di sutura. Durante il corpo a corpo la lama avrebbe però potuto perforargli il petto, recidergli qualche arteria.

Cosa è successo?

"Con i miei colleghi stavamo pattugliando una zona dove si spaccia. Abbiamo intercettato un individuo, gli abbiamo intimato di fermarsi, ma lui ha provato a fuggire. Io mi sono parato d’avanti per fermalo: “Non deve assolutamente scapparmi“, mi sono detto. Aveva un coltello e io nemmeno me n’ero accorto inizialmente. Solo quando mi sono tolto i guanti sporchi di sangue e ho visto un profondo taglio aperto nel dito ho realizzato quello che mi era capitato e che sarebbe potuto succedermi".

Ha avuto paura?

"Francamente no. In quei momenti non si ha il tempo di avere paura. Siamo addestrati e siamo sempre preparati al peggio. Il rischio è insito nel mestiere. Alla fine comunque questa volta mi è andata bene. Al posto di un coltello avrebbe potuto essere armato con le due roncole che ad esempio abbiamo trovato proprio lì nei paraggi in alcuni accampamenti utilizzati dagli spacciatori o, chissà, addirittura con una pistola".

Prova rabbia verso chi l’ha ferita ?

"Perché dovrei? In fondo è pure lui a suo modo una vittima. Non credo che il suo sogno da piccolo fosse quello di dormire all’addiaccio sotto il ponte di Inganna, piuttosto che di girovagare accampato nei boschi per comprare o vendere droga, ammesso che fosse lì per quello".

Da quando è un agente della Polizia locale?

"Ormai da vent’anni. Sono un veterano. Prima di diventare agente della Polizia locale sono stato guardiacaccia. A volte per scherzare con i miei colleghi dico che è meglio aver a che fare con la fauna e la flora che con le persone".

Quanto guadagna?

"Il mio stipendio base per la qualifica di assistente esperto è di 1.300 euro netti al mese. Poi con gli straordinari, la partecipazione a diversi progetti e altre indennità la cifra aumenta, ma non di molto. Se andassi per boschi a raccogliere funghi, invece che a dare la caccia agli spacciatori, e poi li vendessi guadagnerei certamente di più".

Chi glielo fa fare di rischiare la vita per così poco?

"I miei tre figli. Il primo frequenta la prima superiore, il secondo ha 11 anni e la più piccola 5. Chi spaccia potrebbe prima o poi fermare anche loro in stazione per offrire porcherie. Ecco: mi piace essere utile contro chi porta dolore nelle famiglie e le rovina con la droga. Noi agenti della Polizia locale lavoriamo soprattutto per garantire sicurezza ai cittadini, non per dare le multe, sebbene rientrino tra i nostri compiti, è questo che ci dà soddisfazione".

Si può vincere la guerra contro gli spacciatori?

"È una battaglia impari. Se c’è tanta offerta è perché c’è tanta domanda. Di certo però vale la pena combatterla e dobbiamo insistere. Qui da noi qualcosa sta cambiando e la situazione mi pare sia migliorata grazie ai controlli continui, le multe, i provvedimenti dei sindaci per tenere lontano chi spaccia e chi si droga e i servizi svolti dagli operatori di tutte le forze dell’ordine. La droga è una piaga, chi non ne è colpito magari non se ne rende conto, ma è terribile".