
Carabinieri
Civate (Lecco), 7 aprile 2017 – “A casa non ci voglio stare, meglio il carcere!”. Per questo ogni volta che è finito in manette e poi ai domiciliari è sempre evaso, ribadendo ogni volta che lui a casa non riusciva proprio a rimanerci. Ora però i giudici lo hanno accontentato e hanno condannato Luca Ghislanzoni, 33enne di Civate, a 3 anni e 7 mesi di reclusione, da scontare rigorosamente in cella.
In carcere, a Pescarenico, lo hanno accompagnato ieri, giovedì, i carabinieri di Valmadrera. Deve terminare di scontare una pena per reati contro il patrimonio, la fede pubblica e la pubblica amministrazione.
Il giovane brianzolo era stata la prima volta catturato dai militari di Oggiono nel maggio del 2016 al termine di un inseguimento per una serie di furti di Fiat Panda e soprattutto di monetine dalle casse degli autolavaggi e dei distributori automatici di bevande. Poi era stato nuovamente ammanettato sempre nel maggio 2016 ma dagli agenti della Volante dopo essere evaso appunto dai domiciliari. Per non essere preso si era addirittura tuffato nel torrente Rio Torto. In seguito era stato sorpreso anche in altre occasioni in giro a combinare qualche guaio e rubare utilitarie.
Ogni volta aveva ripetuto che a casa non voleva né poteva starci e che avrebbe preferito la prigione, se non altro perché non sapeva nemmeno come mantenersi. Adesso gli è stato presentato tutto insieme il conto delle diverse condanne e il suo desiderio di finire in cella si è avverato.