
Il ponte vecchio e sullo sfondo la cava
Galbiate (Lecco), 28 febbraio 2019 - Mettetevi per un momento nei panni di un turista che si affaccia al balcone della sua stanza al Nuovo Hotel Pontevecchio. Di fronte l’Adda che scorre sotto gli archi medievali del ponte vecchio e poco più in là l’incantevole isola viscontea, voluta anch’essa da Azzone come presidio militare dell’unico accesso al fiume verso Milano.
Peccato che sullo sfondo appaia la vista dell’ex cava Mossini, abbandonata ormai da anni che incombe minacciosa sulle case sottostanti a deturpare un paesaggio di per sè magnifico. Se poi il turista decidesse di scattare una foto-ricordo con il suo smartphone e poi la postasse sui uno dei suoi social che immagine di Lecco credete che ne uscirebbe? Una figuraccia mondiale, non c’è che dire. È normale allora che una città e il suo territorio da qualche anno decisi (giustamente) a investire soldi, progetti e idee sul turismo non facciano nulla per cancellare «questa piaga vergognosa»? Sono le parole utilizzate da Federico Bonifacio che quell’obbrobrio lo conosce benissimo perché per anni ha guidato il Comune di Pescate che lì confina. Oggi Bonifacio guida il Parco del Monte Barro, area naturalistica al cui interno tra l’altro è inserita l’ex cava. «In passato sono stati presentati un sacco di progetti: prima si volevano fare delle case ma poi erano poco appetibili sul mercato, poi si è puntato su un supermercato ma alla fine non se ne è mai fatto niente».
«Con la proprietà (tre soggetti tra cui la Holcim, ndr) ci siamo trovati chissà quante volte. Un sacco di tavoli e tante belle parole ma poi non se ne è mai fatto nulla. Siamo in Italia del resto», gli fa eco il suo successore, Dante De Capitani che è abituato a dirle come stanno. Eppure qualcosa va fatto e presto perché quella casa così com’è è una ferita inaccettabile per il territorio. Senza contare l’aspetto della sicurezza. «Nei giorni di pioggia dall’alto piovono anche sassi», ci racconta il dipendente di un’azienda di trasporti che ha sede proprio sotto il “mostro” le cui pareti a strapiombo dal basso fanno davvero paura. Così l’idea di realizzare un depuratore completamente interrato potrebbe essere una soluzione perfetta. Chissà come la prenderanno i residenti della frazione che non dimenticano comunque come il Comune di Galbiate anni fa avesse stanziato fondi per sistemare «l’odiata cava», che poi però erano stati dirottati per acquistare Villa Bertarelli.