Lecco, catalogo delle donne single: prima class action

Al processo si costituiscono parte civile otto donne e due associazioni

Ragazza al computer

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Lecco, 6 aprile 2019 - Si è aperto con la costituzione di parte civile da parte di otto parti lese, dell’associazione Telefono Donna e della consigliera di parità della Provincia di Lecco il processo nei confronti di Antonio Nicola Marongelli, 56 anni, originario di Reggio Calabria e residente a Lecco. È accusato di trattamento illecito di dati, diffamazione e sostituzione di persona. Il processo è davanti al giudice monocratico Maria Chiara Arrighi, l’accusa condotta da Caterina Scarselli.

I fatti: nel 2017 il 56enne aveva pubblicato un “Catalogo di profili Facebook di donne single che vivono a Lecco” e buttato in Rete, al prezzo di 6,74 euro, i profili Facebook di 1.218 lecchesi, tra cui 734 persone residente in Brianza, trattandole come merce. Dopo l’avvio delle indagini il catalogo, dove c’erano anche alcune donne vedove e persino delle minorenni, è stato ritirato. A denunciare Antonio Nicola Marongelli, incensurato, e a trascinarlo in tribunale sono state 26 delle donne finite nei cataloghi, la maggior parte si sono affidate all’avvocatessa milanese Marisa Maraffino del Foro di Milano, esperta in reati informatici. Durante la prima udienza di ieri è emerso che il 56enne si è anche spacciato per avvocato e con una posta certificata ha chiesto informazioni e dati sensibili sulle donne pubblicate nel catalogo all’ufficio anagrafe dei Comuni. La prima udienza di ieri ha visto una sorta di azione legale collettiva nei confronti del 56enne. Indipendentemente dalle persone coinvolte nel procedimento, imputato e parti lese, si tratta di un processo inedito, destinato in qualche modo a segnare la giurisprudenza e fare scuola in diritto dei social, perché è tra i primi in Italia. Secondo l’avvocatessa Marisa Maraffino, che si è costituita parte civile per 8 vittime del catalogo e le due associazioni davanti al giudice monocratico Maria Chiara Arrighi, ci sono «tante variabili da definire».

«È stata lesa la dignità di noi donne», è stato il commento di Lella Vitali, presidente di Telefono Donna di Lecco, che ci è costituita parte civile. L’udienza è stata aggiornata al 10 maggio, quando saranno definite alcune questioni preliminari: da un lato l’ipotesi di celebrare il processo a porte chiuse, avanzata da una delle parti lese e la richiesta del programma televisivo “Un giorno in Pretura” di Rai 3, che vorrebbe riprendere il processo per una puntata televisiva in programma. La richiesta che verrà valutata dalle parti e sarà comunicata dal giudice Maria Chiara Arrighi il 10 maggio. Il difensore di Marongelli, l’avvocato Stefano Pelizzari ha dichiarato in aula: «Tendenzialmente direi di no, però devo sentire l’imputato, poi comunicherò la sua indicazione».