
Anche se era un atto dovuto ha destato vasta eco nell’exclave la decisione, da parte della società Casinò Campione Spa, di costituirsi in mora e chiedere 131 milioni di euro a 32 ex amministratori della casa da gioco. Nell’elenco figurano gli ex sindaci Roberto Salmoiraghi e Paola Piccaluga Mangili, i vicesindaci Alfio Balsamo e Florio Bernasconi, l’ex amministratore delegato della casa da gioco Carlo Pagan e altri amministratori e funzionari che a vario titolo hanno avuto a che fare con il casinò.
Il concordato preventivo in continuità aziendale, autorizzato dal Tribunale di Como nel giugno scorso, obbliga la società "all’accertamento e al recupero dei danni patrimoniali a lei causati da titolari di cariche di amministrazione o di controllo e da terzi in concorso, per azioni od omissioni comunque riferibili alle cariche stesse o ai rapporti con la società". Le 32 raccomandate, tutte uguali nel testo e spedite dallo studio legale di Tolle e Pilia con la firma dell’amministratore unico Marco Ambrosini, ricordano che la società "ha registrato una pesantissima situazione debitoria al momento della sua dichiarazione di fallimento nel 2018" a ha accumulato passività per 131 milioni di euro "riconducibili, almeno in parte e in concorso con terzi, ad azioni e omissioni degli organi gestori e di controllo della casa da gioco e della incorporata Casinò Municipale di Campione d’Italia Spa".
Roberto Canali