DANIELE DE SALVO
Cronaca

Cancelli chiusi al centro sportivo "Un colpo che non mi aspettavo"

Merate, Diego Consonni ha trascorso la vita in vasca. "Ora mi ritrovo con niente in mano"

di Daniele De Salvo

"Un colpo che non mi aspettavo". Quando Diego Consonni è entrato per la prima volta nella vasca del centro sportivo comunale di Merate aveva 2 anni. Ora che si ritrova "con niente in mano e il cancello chiuso", di anni ne ha 35. In mezzo la sua vita: lì ha imparato a nuotare, a gareggiare fino alle Regionali, allenare, lì è diventato bagnino mentre studiava e lì nel 2015 si è guadagnato il posto di direttore generale che dal 2019 ricopriva anche allo Stendhal di Oggiono, il secondo impianto "gemello" in provincia di Lecco dei nove in mezza regione che fino a settimana scorsa gestivano in appalto gli operatori della Gestisport dichiarata fallita. Solo a Merate sotto di lui aveva un’ottantina di collaboratori, un centinaio d’estate, e si occupava di gestire fino a 2.500 abbonati. "Sono stato a contatto con tantissime persone, collaboratori e clienti – racconta -. Si è instaurato un rapporto di stima reciproca e di amicizia. Se sono rimasto fino all’ultimo nonostante il provvedimento di fallimento l’antivigilia di Natale è per loro. Ora che mi trovo con niente in mano e il cancello chiuso, ripenso alle ore spese all’interno dei centri, alle chiamate serali, al suono dell’antifurto di notte, alle sveglie preoccupato che fosse tutto a posto, ai lavori di ristrutturazione conclusi nel 2018...". Ne è valsa la pena? "Sì – risponde senza esitazione, anche se adesso è disoccupato e il futuro è un’incognita -. Ne è valsa la pena per le risate dei bambini del nuoto, il saluto gentile delle signore del mattino, lo scambio di battute coi ragazzi dell’agonismo, i sorrisi stanchi dei collaboratori, le grigliate di staff". Il ringraziamento è soprattutto per i suoi "collaboratori, da chi veniva due ore dopo il lavoro per passione a chi passava la settimana all’interno dei centri per garantire servizi e orari" e che si ritrovano nella sua stessa situazione. L’auspicio, per lui e per tutti, è ovviamente che i centri riaprano e "venga valorizzato il capitale umano e di capacità perché sarà farà sempre la differenza".