Calolzio, chiude il Centro giovanile e il Comune fa cassa con gli arredi

In città le minoranze attaccano sindaco e Giunta: "Anziché darli alla scuola vendono gli strumenti musicali"

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Infuria la polemica in città per la chiusura del Centro Aggregazione Giovanile oltre alla vendita degli arredi e degli strumenti musicali "per fare cassa". Questa l’accusa che le minoranze rivolgono alla maggioranza di destra che governa Calolziocorte. Sia Cittadini Uniti per Calolziocorte che Cambia Calolzio sono molto critici. Cittadini Uniti per Calolziocorte ha diffuso un comunicato: "Hadell’incredibile la messa in vendita, da parte dell’Amministrazione Comunale, di arredi, sedie, poltrone e strumenti musicali, una volta utilizzati dal Centro di Aggregazione Giovanile. Non solo amministrazione comunale e sindaco Ghezzi hanno deciso di cancellare lo spazio educativo del C.A.G, ma ora stabiliscono di fare cassa con la vendita degli arredi e degli strumenti musicali che potrebbero essere donati alla scuola Manzoni, al cui interno è presente da anni l’indirizzo musicale". Critiche per non tenere presente che con la scuola, l’istruzione e le politiche giovanili il sindaco, la Giunta e la maggioranza avessero poca affinità. "Lo testimonia la totale assenza, nei 4 anni di mandato, di progetti e iniziative rivolte a questi ambiti della vita dei giovani". Ma in questo caso si fa di peggio: "Si chiude l’unico luogo comunale di aggregazione dei giovani, eliminando spazio all’attività scolastica per far posto all’Archivio Storico Comunale, e non preoccupati dello spazio di natura educativa sottratto, si decide anche di vendere gli strumenti musicali invece di donarli alla scuola Manzoni attraverso lo strumento amministrativo del Piano di Diritto allo Studio". Se così fosse sarebbe un vero peccato non metterli a disposizione della scuola media. Sonia Mazzoleni a queste critiche rincara la dose con: "Carissimi sindaco, Giunta e maggioranza, i nostri ragazzi hanno sempre più bisogno di educatori che si prendano cura di loro, oltre la scuola e la famiglia, all’interno di spazi pensati per la loro formazione. Secondo questa logica riteniamo profondamente errata la scelta di chiudere il C.A.G".

Vladimiro Dozio