Cacciò il passeggero dal bus, vigilante a processo per violenza

È accusato di aver estratto il manganello e mostrato la pistola pur di far scendere un ragazzo

Il tribunale

Il tribunale

Vigilante a processo per violenza privata e minaccia aggravata. La vicenda aveva destato grande clamore nell’ottobre 2019, quando due vigilantes chiesero a un giovane passeggero – D.M. – originario del Senegal di mostrare il biglietto. Alla risposta negativa lo fecero scendere del bus, forse con i modi un po’ forti. Privo di ticket, il ragazzo venne multato e la discussione degenerò e così i due vigilantes avrebbero estratto un manganello e una pistola. Uno dei due controllori subì un pugno che gli costò una prognosi di una settimana ma anche il passeggero fu curato al Pronto Soccorso dell’ospedale di Lecco. Alle minacce seguirono dunque denunce e indagini - condotte dai carabinieri – che hanno anche documentato l’episodio acquisendo le immagini delle telecamere di servizio sui bus. La strada dei due controllori – Felice Adinolfi e Girolamo Iacono, 53 anni e 51 anni - si separano durante l’udienza preliminare. Il 53enne scelse la messa alla prova, quindi sta scontando la condanna ai servizi sociali, mentre il secondo ha scelto il dibattimento per dimostrare la propria innocenza dalle accuse di violenza privata e minaccia con arma.

Il giovane extracomunitario, che aveva dichiarato di aver subito frasi razziste da parte dei due vigilantes è finito nei guai: in primo luogo perché non sono state pronunciate, come emerso dalle indagini e in secondo luogo la Procura ha chiesto accertamenti per valutare l’eventuale reato di calunnia. Dalle indagini è emerso che il vigilantes, oltre a non pronunciare frasi razziste, non ha utilizzato l’arma in modo intimidatorio, mentre avrebbe usato i modi forti, da qui il rinvio a giudizio per violenza privata.