Da Bulciago un viaggio infinito per unirsi all’Isis

La famiglia era partita da casa il 21 febbraio 2015 per approdare nei territori di Daesh dopo 1.500 chilometri

Carabinieri fuori dall’abitazione dove vive la madre di Alice Brignoli, a Inverigo

Carabinieri fuori dall’abitazione dove vive la madre di Alice Brignoli, a Inverigo

Bulciago (Lecco), 30 settembre 2020 - Mamma e papà erano partiti da Bulciago alla volta della Siria nel primo pomeriggio di sabato 21 febbraio 2015 intorno alle 15.30, come testimoniato da una vicina di casa. Si erano messi in viaggio in auto, tutti a bordo di una vecchia Citroen Xara. Gli agenti della Digos di Lecco del commissario capo Domenico Nera e i carabinieri del Ros di Milano sono riusciti a ricostruire tutte le tappe del percorso grazie all’estratto conto della loro carta di credito e ai telefoni cellulari.

I cinque da Bulciago hanno proseguito poi fino a Ihtiman in Bulgaria, quasi 1.500 chilometri di strada per effettuare una sosta e riposarsi in un motel, poi hanno proseguito per altri 519 chilometri e altre cinque ore e mezza di strada fino a Urunleri in Turchia, mentre 3 giorni dopo la partenza hanno raggiunto prima Aksaray in Anatolia, sempre in Turchia, a 500 chilometri dal confine siriano e dopo Adana, a 211 chilometri dalla Siria. Presumibilmente sono riusciti a entrare nei territori di Daesh il 25 febbraio. Per un paio di mesi i due foreign-fighter con figli al seguito hanno mantenuto il massimo riserbo con chiunque, anche con i familiari. Solo a fine aprile lui, utilizzando utenze con numeri sconosciuti e di società telefoniche algerine, tedesche e indonesiane, ha tentato di contattare la madre e successivamente la sorella e altri parenti e amici nel tentativo di reclutarli.

Lei invece si sarebbe messa in contatto con sua di madre non prima di settembre per rassicurarla che stavano tutti bene e soprattutto per esortarla a convertirsi all’Islam. Per continuare a comunicare le ha chiesto di attivare una nuova linea “sicura“, intestandola ad una amica. "Siamo contenti nonostante la situazione, per noi e poi importante essere qui, possiamo vivere veramente l’Islam e quindi esprimerci liberamente", si legge in un messaggio inviato dalla figlia alla mamma. «Questa e la vera libertà non l’illusione in cui vivevamo. Qui ho tante sorelle con cui stare. Sorelle venute da tutto il mondo; francesi, inglesi, tedeschi, indonesiani, olandesi... Siamo molto unite". E ancora: "Ho scelto la strada che sto percorrendo in nome di Allah, non torno più indietro. Per seguire la nostra causa siamo pronti a tutto per tutto il tempo che ci resta".