Bosisio Parini, più lavoro ma meno stipendio: il giudice condanna La Nostra Famiglia

Ai dipendenti dell'associazione, che si occupa di persone con disabilità, era stato cambiato unilateralmente al ribasso il contratto di lavoro

La Nostra Famiglia

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Bosisio Parini (Lecco), 16 maggio 2022 – Non si può lavorare di più ed essere pagati di meno. Lo ha stabilito una sentenza emessa dal giudice del lavoro del Tribunale di Lecco, che ha condannato i vertici de La Nostra Famiglia a restituire gli arretrati ai dipendenti a cui è stato cambiato unilateralmente il contratto di lavoro applicandone uno peggiorativo per fronteggiare una situazione di crisi economica. La Nostra Famiglia è una associazione con sede legale a Ponte Lambro, ma la principale struttura è a Bosisio Parini, che si occupa delle persone con disabilità e gestisce 28 strutture in 6 regioni specializzate nella neuropsichiatria infantile, strutture sanitarie e Ircss in 28. Si tratta della prima di oltre 500 controversie raccolte dai sindacalisti della Fp Cgil nelle diverse sedi dell’associazione, con il patrocinio dell’avvocato Michele Bonetti, per contrastare la scelta intrapresa da La Nostra Famiglia, in maniera unilaterale, di procedere a un cambio di contratto per circa 1.600 lavoratrici e lavoratori, da quello della sanità privata verso un altro che prevede trattamenti economici e normativi peggiorativi. La vertenza è iniziata il 27 gennaio del 2020 quando, ricostruiscono dalla Cgil, "l’associazione decideva come soluzione a una fase di crisi il taglio del costo del lavoro, cambiando il contratto collettivo nazionale di riferimento con un contratto che aumentava l’orario di lavoro con retribuzioni più basse e minori diritti". La scelta "era, infatti, quella di suddividere l’applicazione del contratto: a circa 1.600 un contratto peggiorativo e ai rimanenti 400 quello della sanità privata. Nonostante oltre un anno di confronto per trovare una soluzione sindacale a tale vertenza, la scelta unilaterale dell’azienda ha fatto fallire ogni tentativo di mediazione obbligandoci a percorrere la via giudiziaria". A complicare il quadro la contestualità della scelta di nuovi tabellari contrattuali per la sanità privata, che ha determinato il mancato riconoscimento economico degli aumenti contrattuali dopo 14 anni: lavoratrici e lavoratori si sono quindi visti non riconoscere arretrati e aumenti di un contratto, quello della sanità privata, per il quale avevano intrapreso una vertenza ultradecennale per un contratto con meno diritti e meno salario. "Grande vittoria – esultano dalla Cgil -. Viene finalmente restituita alle lavoratrici e ai lavoratori de La Nostra Famiglia la giusta applicazione del contratto della sanità orivata. Una vicenda che si trascina da oltre due anni: anni di lotte, mobilitazioni e sacrifici per lavoratrici e lavoratori che hanno sempre e solo chiesto giustizia e di poter preservare la loro dignità professionale". E ancora: "Si segna il principio che, a fronte di una crisi, non si può scegliere la strada del dumping contrattuale come risposta ma occorre usare altri strumenti. In più di un anno di confronto bilaterale sui bilanci aziendali emergeva infatti che l’azienda aveva le risorse per rispettare il contratto della sanità privata e il deficit poteva essere risanato con altre scelte di razionalizzazione delle diseconomie, come in parte la stessa associazione ha ammesso più volte. Ma si è sempre rifiutata di percorrere questa strada, scegliendo invece di tagliare il costo del lavoro, applicando un contratto meno remunerativo. Inoltre La Nostra Famiglia aveva mantenuto ai medici, così come ai dipendenti degli Ircss, su diretta previsione del Ministero della Salute, i rispettivi contratti mentre penalizzava infermieri, professionisti sanitari, tecnici, oss e amministrativi di tutte le altre sue strutture con il cambio di contratto. Un’ingiustizia".