Aveva donato un rene al nipote Corre la maratona a Lisbona

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ARDENNO

Il 62enne Sergio Lotti, romagnolo da anni trapiantato ad Ardenno, in Valtellina, sposato a una donna del posto, non sta fermo un attimo. La sua “battaglia“, sportiva, è per sensibilizzare, non solo in Italia, ma nel mondo, sull’importanza di essere donatori di organi da viventi.

Prendendo ovviamente spunto dalla sua esperienza diretta, quando l’ex guardia giurata il 4 marzo del 2020 decise di sottoporsi a una delicata operazione nell’ospedale Borgo Trento di Verona per potere donare un suo rene al nipote 35enne romagnolo Marco, di Coriano (Rimini), diventato padre il 7 gennaio 2022, per consentire allo stretto parente di dargli una speranza di vita. Cosa puntualmente avvenuta grazie all’abilità dell’equipe medica veronese guidata dal professor Luigino Boschiero.

"Se il mio gesto servirà anche per salvare una sola vita, sarà stato utile", ha sempre ripetuto. E domenica ha corso la mezza maratona di Lisbona, 21 chilometri e 100 con partenza dal ponte Vasco de Gama alle 10.30. Lo starter per circa 20mila atleti da tutto il pianeta, non solo dal Portogallo. Tempo di percorrenza dell’unico valtellinese presente soddisfacente.

"Ho impiegato 3 ore e 17’- dice Lotti -. C’era sole, alcune nuvole, una temperatura fra i 23 e 25 gradi. Il giorno prima 30, quindi peggio. Della Valtellina ero l’unico al via. Dopo due anni e mezzo dall’intervento chirurgico è la mia prima gara di un certo spessore all’estero, prima di quella di metà marzo 2023 in programma a Gerusalemme: quella sarà una vera e propria maratona, quindi un tracciato di 42 km". È andato tutto bene, dunque ? "Mi sono allenato con impegno per 4 mesi, a quota 1900 metri, per 5 giorni la settimana. E per l’alimentazione sono stato seguito dalla dietologa sportiva di Sondrio, Irene Fumasoni".

Michele Pusterla