Super 36, viaggiare sicuri a 90 all’ora: l’ultimo limite-beffa della scarsa manutenzione

La Statale 36 è la strada più trafficata di tutto il Nord Italia, con punte sino a 115mila automobilisti in transito ogni giorno, 90mila solo nella tratta di Annone, pari a 3.750 ogni ora, 60 al minuto, uno ogni secondo

Super36, il crollo del cavalcavia (Cardini)

Super36, il crollo del cavalcavia (Cardini)

Annone Brianza (Lecco), 31 ottobre 2016 - La Statale 36 del lago di Como e dello Spluga è la strada più trafficata di tutto il Nord Italia, con punte sino a 115mila automobilisti in transito ogni giorno, 90mila solo nella tratta di Annone Brianza, pari a 3.750 ogni ora, 60 al minuto, uno ogni secondo. Il collasso del cavalcavia (VIDEO)  su cui passa la Sp 49 avrebbe potuto provocare una vera e propria strage e che abbia perso la vita una sola persona è quasi un miracolo. Ma la Superstrada è anche una delle arterie più pericolose e letali in assoluto, detiene la maglia nera per quanto riguarda incidentalità e mortalità. Pavimentazione non ottimale, curve e controcurve, tracciato irregolare, assenza di vie di fuga e di corsie d’emergenza, giunti difettosi, segnaletica assente, scarsa illuminazione, gallerie buie, sconnessioni e pozze d’acqua che si formano ogni volta che piove rappresentano un mix letale. I funzionari di Anas quest’estate hanno dovuto abbassare i limiti di velocità massima da 110 a 90 chilometri orari proprio per garantire maggior sicurezza a chi su quel nastro d’asfalto ci passa ogni giorno. In molti hanno pagato salate multe per non aver rispettato i nuovi vincoli, un provvedimento che, dopo il disastro che si è consumato venerdì pomeriggio con il contestuale rimpallo di responsabilità tra un burocrate e l’altro, ha il sapore amaro di una beffa. In tema di sicurezza nessuno - tra automobilisti e camionisti - si sarebbe infatti mai immaginato un disastro come quello di venerdì sulla Super.

«Non risultano assolutamente altre situazioni di potenziale pericolo analogo - assicurano tuttavia dalla Prefettura di Lecco -. Abbiamo subito sollecitato garanzie in merito e ci è stato garantito che non risultano altri viadotti la cui stabilità potrebbe essere compromessa». Eppure già in passato si sono verificati episodi analoghi: tra il 2013 e il 2014 la galleria Monte Piazzo è rimasta chiusa perché la canna del tunnel stava cedendo e franando insieme a tutta la montagna, come succede spesso che la circolazione venga interrotta per il distacco di massi. Per questo da Roma sempre quest’estate hanno stanziato complessivamente 28 milioni di euro per la sistemazione della Superstrada, una parte servono o sarebbero serviti per la sistemazione di ponti e cavalcavia, probabilmente anche per quello di Annone, ma ormai è troppo tardi. Oltre che con il fiato sospeso per i molti, troppi pericoli infrastrutturali e il freno a mano tirato per i limiti di velocità, dopo quanto è accaduto la SS 36 bisogna così percorrerla pure con lo sguardo rivolto al cielo, per la paura che viadotti o camion piovano dall’alto e magari per rivolgere una preghiera di arrivare sani e salvi a destinazione.