Guida al voto alle elezioni regionali in Lombardia: candidati, schede, orari e documenti

Come si vota, come funziona la legge elettorale e come mettere il segno sulla scheda: tutto quello che c’è da sapere per il 12 e 13 febbraio

Mancano pochi giorni, le elezioni regionali in Lombardia si avvicinano e la campagna elettorale infuria soprattutto sui temi della sanità e dei trasporti. Il 12 e 13 febbraio gli oltre 7,8 milioni di residenti lombardi voteranno per eleggere il presidente della Regione e gli 80 membri del Consiglio regionale che resteranno in carica i prossimi 5 anni. La sfida è tra il presidente uscente, Attilio Fontana, e gli sfidanti Pierfrancesco Majorino, Letizia Moratti e Mara Ghidorzi.

Quando si vota e cosa serve per votare

I seggi resteranno aperti domenica 12 febbraio dalle 7.00 alle 23.00 e lunedì 13 febbraio dalle 7.00 alle 15.00 (dal 10 al 14 febbraio ci saranno le scuole chiuse in quasi tutta la regione, anche se gli scrutatori saranno in servizio da domenica).

Possono votare tutti i cittadini residenti in Lombardia che hanno compiuto 18 anni, portando con sé la tessera elettorale e un documento d’identità valido (es. carta d’identità, patente o passaporto, purché munito di foto).

Si vota solo nel proprio comune di residenza, all’indirizzo e al seggio indicati sulla tessera elettorale. Nel caso un elettore ne sia sprovvisto, può chiedere la tessera agli uffici elettorali del proprio Comune (che resteranno aperti nei giorni delle elezioni per tutto l’orario delle consultazioni).

 

Come si vota sulla scheda elettorale

Ogni elettore riceverà solo una scheda in cui per ognuno dei quattro candidati alla presidenza sono indicate le varie liste circoscrizionali che lo sostengono.

Come si vede nello schema sottostante, è possibile: 1) votare un candidato e una lista a lui collegata; 2) votare un candidato e una lista a lui non collegata; 3) votare soltanto una lista, in questo modo i voti andranno anche al candidato sostenuto dalla lista; 4) votare soltanto un candidato, in questo modo i voti andranno proporzionalmente anche alle liste collegate.

È possibile effettuare il cosiddetto voto disgiunto: cioè votare un candidato e contestualmente una lista avversaria. In questo modo è possibile, di fatto, sostenere due diverse forze politiche. Nei giorni scorsi, Majorino e Moratti hanno fatto appello al loro elettorato per il voto disgiunto e “per battere Fontana”.

 

Come funzionano le elezioni

La legge elettorale regionale non prevede alcun ballottaggio tra i candidati, pertanto, vincerà il candidato presidente che otterrà il maggior numero di voti. Riguardo al Consiglio, invece, i seggi nel Consiglio saranno distribuiti tra i candidati delle varie liste in modo proporzionale ai voti ottenuti (garantendo almeno un rappresentante per ognuna delle 12 province).

Se una coalizione ottiene più del 40% dei voti ottiene un premio di maggioranza che le garantisce il 60% dei seggi in Consiglio. Le liste che corrono da sole e non raggiungeranno il 3% dei voti (la soglia di sbarramento) non otterranno alcun seggio.

 

Chi sono i candidati

Ci sono quattro candidati alla presidenza della Regione. Il favorito nei sondaggi è il presidente uscente Attilio Fontana, che si candida per il centrodestra ed è sostenuto da Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia. Avvocato ed ex sindaco di Varese, il suo programma mette al centro autonomia regionale, incentivi alle imprese e interventi stradali e ferroviari per migliorare l’interconnessione tra i territori.

Il candidato per il centrosinistra, sostenuto da Partito democratico e Movimento 5 Stelle, è Pierfrancesco Majorino. In passato, è stato assessore alle politico sociali del Comune di Milano e, nel 2019, è stato eletto europarlamentare. Insiste molto sulla riorganizzazione del sistema sanitario lombardo per accorciare le liste d’attesa e sulla nuova gestione dei trasporti e delle case popolari, prestando particolari attenzioni alle questioni legati ai diritti civili e sociali.

Letizia Moratti è la candidata centrista, con con una lista civica sostenuta dal Terzo Polo formato da Azione e Italia Viva di Carlo Calenda e Matteo Renzi. La Moratti, che fino a due mesi fa era la vicepresidente della Regione con Attilio Fontana, si è dimessa dopo una lunga fase di contrasti con l’attuale Giunta. Imprenditrice e dirigente d’azienda, in politica ha avuto una lunga carriera nel centrodestra, prima come ministra dell’Istruzione nel secondo governo Berlusconi, poi come sindaca di Milano dal 2006 al 2011. In Regione intende innanzitutto assicurarsi investimenti esteri per la Regione, favorire l’energia idroelettrica e intervenire sulla sanità per ridurre le liste d’attesa.

L’ultima candidata, meno in vista rispetto ai primi tre, è Mara Ghidorzi ed è sostenuta da Unione Popolare, il partito di sinistra radicale dell’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Il suo programma è incentrato su una migliore gestione delle case popolari, sui diritti civili ed LGBT e sulla salvaguardia dell’ambiente. Si definisce “l’unica alternativa credibile” tra i candidati.

 

Cosa dicono i sondaggi

Dato che la legge vieta di pubblicare sondaggi nei 15 giorni precedenti alle elezioni, le rilevazioni vanno quindi prese con cautela poiché non tengono dell’altissimo numero di indecisi, né dei cambiamenti del consenso nelle ultime settimane.

L’ultimo sondaggio commissionato da QN – Il Giorno pubblicato il 27 gennaio dava in vantaggio il presidente uscente Fontana (tra il 46 e il 50 per cento) seguito a stretto giro da Majorino (32-36) e, terza per intenzioni di voto, la Moratti (14-18). La candidata Ghidorzi di Unione Popolare si fermerebbe all’1-3 per cento.

Preoccupa invece l’affluenza, che viene stimata tra il 50 e il 65 per cento: se fosse così, sarebbe la più bassa della storia. Il centrodestra, va ricordato, governa ininterrottamente la regione da quasi trent’anni.