Elezioni regionali Lombardia, l’intervista ad Attilio Fontana, candidato del centrodestra

Si avvicina il voto del 12 e 13 febbraio: segui le interviste in esclusiva de Il Giorno ai quattro candidati presidenti

In attesa del voto del 12 e 13 febbraio, i giornalisti de Il Giorno intervistano in diretta Attilio Fontana, presidente uscente e candidato alle elezioni regionali in Lombardia per il centrodestra. Questo è il quarto e ultimo appuntamento live con i candidati alla presidenza.

Clicca sui seguenti link per vedere l'intervista a Pierfrancesco Majorino (clicca qui), candidato del centrosinista e del Movimento 5 stelle, Mara Ghidorzi (clicca qui) di Unione popolare e Letizia Moratti (clicca qui), candidata civica sostenuta da Azione-Italia Viva.

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Presidente, iniziamo dalla sanità. Secondo lei il rapporto tra privati e pubblico in sanità è da riequilibrare? Bisogna intervenire e in una qualche misura oppure va bene così?

Partiamo da un presupposto perché si cerca di fare confusione anche su questo fatto. Primo che la sanità in Lombardia è pubblica perché è il pubblico che dà le indicazioni. È il pubblico che dirige, il pubblico che fa le scelte. Esiste anche una gamba privata che aiuta la sanità lombarda nel momento in cui c'è un bisogno di farla. E poi le dico una seconda cosa che questa è un'ossessione della sinistra che però non guarda i dati.

Perché se si guardassero i dati che sono stati recentemente pubblicati, ci si accorgerebbe che la sanità lombarda non ha la prevalenza nel rapporto con il privato. Ci sono altre sanità di altre sei regioni in cui il privato è molto più presente che non il Lombardia.

Se lei guarda questa a questa indagine si accorgerà che non solo il Trentino, non solo la Sicilia e la Calabria hanno più letti accreditati rispetto percentualmente ovviamente rispetto alla Lombardia, ma anche la Campania ha un numero maggiore di letti accreditati del privato rispetto alla Lombardia, ma anche Lazio, ma anche l'Emilia Romagna. Anche in Emilia-Romagna c'è più privato che in Lombardia, probabilmente da loro funziona un po’ meno bene e da noi funziona bene. Ma questa ossessione è una cosa assolutamente infondata anche nei numeri.

Detto questo, è migliorabile un sistema in cui.

Tutto è migliorabile.

Puoi fare una visita il giorno dopo spendendo un importo pieno e invece devi aspettare mesi per avere la stessa prestazione.

Ma questo non è questione di pubblico privato, perché vede molte volte questa visita la si ha anche nel pubblico, perché c'è anche il professionista che appartiene al mondo pubblico, che ha una parte di attività privata cosiddetta in house, che quindi è una questione di liste d'attesa, è un altro problema. È una questione che dobbiamo battere il tempo e lo stiamo facendo.

Restiamo sui servizi e parliamo di treni pendolari. È sicuramente una delle materie punto regionale più complesso, perché la rete ferroviaria lombarda è molto vasta dal punto di vista del servizio e la rete è molto vecchia dal punto di vista dell'infrastruttura.

Questo è il vero problema.

Mi chiedevo e volevo chiederle quale scatto immagina per il servizio di Trenord? Perché obiettivamente lo sa meglio di noi che arrivano direttamente le proteste dei pendolari, le lettere, le raccolte di firme: c'è un certo grado di insoddisfazione per il servizio.

Guardi il motivo lo ha anticipato lei. Noi abbiamo una rete che non appartiene a noi, ma che appartiene a RFI, che è una società di Ferrovie dello Stato. È una rete che ha 70 anni di età e una rete che prevedeva il passaggio di 500 treni al giorno. Adesso ne circolano più di 2.400 ogni giorno. È una rete che non è stata aggiornata neanche da un punto di vista tecnologico.

È una rete che è anche a conoscenza di RFI. Anche RFI ha riconosciuto che una rete vecchia e superata. Se è vero, come è vero, che io subito dopo il mio insediamento, nel febbraio 2019, sottoscrisse un accordo con RFI, perché questi intervenissero sulla rete lombarda e si erano impegnati ad investire 14 miliardi di euro. Purtroppo, non hanno fatto nulla, hanno forse iniziato qualche progettazione per il raddoppio della Mantova - Codogno, ma lei si rende conto che nel 2023 non è possibile avere centinaia di chilometri della nostra rete che funziona a binario unico?!

Si rende conto che questa è una situazione? Era già superata settant'anni fa. oggi è inaccettabile. È chiaro che deve intervenire. Io ho chiesto se volesse trasferire la rete a Lombardia e ci saremmo arrangiati. hanno detto di no, adesso devono intervenire.

La lega è stata al governo cinque anni nei cinque anni precedenti e adesso è ancora al governo

Beh, direi di no. Nei cinque anni precedenti è stato al governo un anno all'inizio e un anno alla fine. nel governo contro i due la Lega non c'era e c'era il Pd. Nel governo Draghi c'era, ma c'era anche il Pd. C'erano anche tutti i partiti che continuano oggi a criticare questa situazione. Se vogliamo proprio vedere, la Lega è stata soltanto in un governo che era e poi ha dovuto partecipare a governi con alleati che non erano omogenei.

Quindi è chiaro che era più difficile operare. Ma al di là di quello io non faccio una colpa al governo. Faccio una colpa a RFI che è un'altra cosa. È una società che fa parte di Ferrovie dello Stato, che dipende dal governo ma che è autonoma. Quindi se avesse voluto avrebbe dovuto intervenire. Evidentemente ci sono delle altre motivazioni. Forse c'era qualche componente del governo che vede le opere infrastrutturali come il male assoluto e purtroppo quella componente cinquestelle ha partecipato tutti i governi, ahinoi, per l'Italia.

Sul gestore?

Le voglio dire che il ministro Salvini ha già detto che si è reso conto che RFI è inadempiente nei nostri confronti, per cui interverrà pesantemente per fare in modo che i ritardi si eliminino. Sul gestore Non ci sono critiche. Il gestore aveva un compito che era quello di sostituire la flotta e lo sta facendo.

Abbiamo acquistato 220 treni come regioni, ne stiamo mettendo in servizio, ne sono intervenuti già ne sono stati immessi in servizio già 74, gli altri nel giro di un anno, un anno e qualche mese arriveranno tutti, quindi la parte del gestore è stata risolta dai capi. Su questa rete i nostri treni non possono neanche andare alla loro velocità di punta, perché non la rete non sostiene queste velocità.

Quindi se non si interviene lì…

Sempre su Trenord, presidente, faccio due domande in una. Come sa, tra i suoi sfidanti c'è un dibattito su un eventuale gara che la Regione gara per l'affidamento del servizio.

Ma questa è la dimostrazione che non hanno neanche idea di quali siano i veri problemi. Perché i veri problemi non è Trenord e la gestione di Trenord, i veri problemi sono gli altri che ho anticipato e che ho spiegato. Noi possiamo cambiare dieci allenatori, ma se la squadra di Brocchi non vincerà mai, purtroppo la nostra rete è una rete da per a brocco.

Se non si cambia la rete lei può cambiare, può far venire i tedeschi agli inglesi, può far venire chi vuole ma non cambierà mai niente. Perché su una strada sterrata con le buche lei, anche se c'è la Ferrari, non può andare più che a 30 40 all'ora.

Un'ultima cosa sulla governance di Trenord questa governance duale che vede Gruppo Ferrovie Regione praticamente paritaria al 50 x100. Anche qui è una riflessione che si può fare, che si può riprendere.

Ma è una lezione che abbiamo già ripreso fin dall'inizio perché ho chiesto subito a Ferrovie dello Stato che mi cedesse la maggioranza, non hanno voluto. Vediamo se se ne può riparlare, anche se devo dirle che comunque nella gestione non è che ci siano dei conflitti o dei contrasti. La gestione avviene in maniera assolutamente equilibrata, senza alcun tipo di contrasto dato forse all'inizio, quando vabbè, ma non c'entra niente.

Parliamo allora di edilizia residenziale pubblica. Lei sono cinque anni che gira le province lombarde in questi giorni, in queste settimane di campagna elettorale ha visto molto da vicino i centri e le periferie delle grandi città lombarde. Qual è il suo giudizio su la qualità delle case popolari nelle periferie delle città lombarde? Se è soddisfatto del tipo di offerta abitativa e se invece ha in mente un cambio o una riforma della gestione.

Guardi la riforma, che in questo caso è stata gestita, sta già realizzandosi, sia per quanto riguarda le assegnazioni. Come lei sa, le assegnazioni fino al 2019 sono rimaste nelle mani dei Comuni. Adesso noi siamo intervenuti, abbiamo cambiato le procedure e già nello scorso anno queste procedure hanno consentito di smaltire un po’ di arretrati che la vecchia gestione aveva procurato.

Come lei sa, questo problema del fatto che le assegnazioni avvengono in ritardo, avvengono in ritardo in Aler, ma a Milano il 40% dei ritardi stanno anche in capo al Comune. Ma questo per dire che non è colpa di nessuno. Abbiamo cambiato sicuramente la gestione, stiamo cambiando le procedure, abbiamo cambiato le procedure per accelerare. Sul resto è chiaro che noi stiamo investendo molto.

Abbiamo approvato un piano casa che prevede un investimento di un miliardo e mezzo che va sia nel senso del efficientamento energetico, della ristrutturazione e anche, in certi casi, della riedificazione. Via Bolla è stato un esempio perché è chiaro che per fare questi interventi bisogna anche avere la possibilità di eliminare le occupazioni abusive, perché se ci sono una parte degli immobili occupati abusivamente non si possono portare avanti queste iniziative.

Lì dove abbiamo avuto il sostegno delle forze dell'ordine e del Comune che si deve assumere il problema di dare una casa a chi viene rimesso fuori a seguito dell'occupazione abusiva. Siamo intervenuti, continueremo in questa direzione.

E questo mi interessa citare. La domanda che si fanno i cittadini è come la politica permetta che si arrivi a quella situazione, cioè un intero quartiere completamente fuori controllo?

E questa è una cosa che va chiesta anche a chi dovrebbe mantenere l'ordine pubblico. Non è che possiamo difendere le case militarmente. Noi possiamo semplicemente denunciare le occupazioni e chiedere che il problema dell'occupazione abusiva venga eliminato. Altro noi non possiamo fare.