Elezioni regionali Lombardia, l’intervista a Letizia Moratti

I programmi e le idee della candidata civica sostenuta dal Terzo Polo

I giornalisti de Il Giorno intervistano in diretta Letizia Moratti, candidata civica alle elezioni regionali in Lombardia sostenuta da Azione-Italia Viva, in attesa del voto del 12 e 13 febbraio. Questa è il terzo di quattro appuntamenti live con i candidati alla presidenza.

Clicca sui seguenti link per vedere l'intervista a Pierfrancesco Majorino (clicca qui), candidato del centrosinista e del Movimento 5 stelle, e Mara Ghidorzi (clicca qui) di Unione popolare.

Il 9 febbraio alle 17.00 l’appuntamento è con il presidente uscente e candidato del centrodestra Attilio Fontana. Segui le interviste su ilgiorno.it e informati sulla campagna elettorale anche sui canali Instagram, Facebook, Twitter e TikTok.

   
   
   

Candidata, due curiosità iniziali. La prima è come si è trovata a vivere questa situazione? Cioè di essere un po’ bersaglio da entrambe le parti. La seconda domanda è fino a quando ha sperato invece nella possibilità di un accordo a sinistra e se si è sentita tradita nei patti che aveva cominciato a sottoscrivere?

Guardi, io non vivo questa campagna come un bersaglio, perché le logiche partitiche non non mi appartengono, non mi preoccupano. La vivo in maniera molto bella, molto positiva negli incontri che ho con le persone e con i territori, con le categorie. Quindi è quello, quello che mi interessa. Cercare di capire, cercare di individuare delle soluzioni, rispetto alle proposte che mi vengono fatte. Quindi questo è.

Quindi nessuna polemica in coda col Pd. Lei l'ha più sentito Enrico Letta?

No, credo che nel Pd abbiano prevalso delle logiche congressuali. Credo che il Pd qua in Lombardia abbia fatto delle scelte molto estreme, quindi è una sinistra. Questa non è un centrosinistra come è una destra, non è un centrodestra, quindi è qui.

Quindi bene così, insomma.

Ma sì.

Lei è stata assessore al Welfare, vicepresidente e soprattutto assessore al Welfare della Regione per un anno e dieci mesi. E la domanda è che situazione ha trovato quando è arrivata a gennaio 2021? E che cosa è riuscita a cambiare, che cosa ritiene di essere riuscita a cambiare e che cosa invece ritiene di non essere riuscita a fare o per il tempo o perché magari non glielo hanno fatto fare?

Ma la situazione che ho trovato era una situazione di grandissima drammaticità, quindi le persone che venivano mandate a vaccinarsi a 100 chilometri di distanza. Io ho accettato anche se sapevo che era la massima, forse l'incarico più difficile che ho avuto nella mia vita.

Però l'ho fatto per amore nei confronti della mia regione. Cosa sono riuscito a fare? Sicuramente ho organizzato il piano vaccinale, non ho cambiato la piattaforma, ho preteso di cambiare i vertici della società di informatica della Regione e preteso di avere un manager scelto per merito. All'inizio ci sono riuscita, poi hanno prevalso logiche di partito e mi è sempre stato più difficile e quindi questo è uno dei grandi problemi che ho trovato in regione.

Una regione che ha delle logiche di spartizione partitica e non di merito. Questo è stato il principale problema che ho trovato. Naturalmente io ho iniziato un lavoro, ma è quasi avesse un po’ un senso di incompiutezza rispetto al lavoro che ho iniziato quindi il rafforzamento della sanità territoriale, l'inizio della diminuzione delle liste d'attesa, perlomeno per quanto riguarda i ricoveri chirurgici oncologici, per il cui rispetto dei tempi sono riuscita a far salire dal 60 all'80 l'anno scorso 85 % quest’anno, però è come se avessi lasciato un lavoro incompiuto.

Quindi questo è uno dei due motivi che mi ha portato alla scelta di candidarmi.

Chiudo il capitolo sanitario facendo due domande, entrambe sui diritti delle donne e la parità di genere. Il primo è la legge 194. La Lombardia è una regione dove il diritto all'aborto è pienamente rispettato, anche se i medici obiettori sono moltissimi e quindi per le donne non è semplicissimo l'esercizio del loro diritto. E insieme volevo chiederle proprio sui diritti delle donne. Diciamo ha una lunga carriera che dimostra come una donna può affermarsi nella società civile e nella politica. Mi chiedevo se ha immaginato un pacchetto al femminile e una curiosità sulla legge 194 e se secondo lei, come dire, c'è qualcosa da rivedere? Mi interessa molto.

La legge 194 va rispettata perché con la legge 194 sicuramente si è impedito o limitato al massimo l'aborto clandestino che per le donne è indubbiamente qualcosa di devastante. Quindi la libertà di scelta nelle donne per quanto riguarda l'aborto, va assolutamente rispettata.

Devo dire che però, se questa scelta dipende da fattori economici, però il discorso è diverso. Vanno aiutate le donne ad avere la possibilità di avere una famiglia e avere dei figli. Quindi con politiche che aiutino, per esempio, l'introduzione del quoziente familiare, asili nido e scuole dell'infanzia gratuite, favorire la parità di genere. Anche per quanto riguarda le retribuzioni c'è una bellissima ricerca di Ambrosetti che dimostra come se ci fosse parità di occupazione tra uomini e donne, il Pil crescerebbe del 14%.

Quindi politiche che favoriscano la conciliazione tempi, famiglia, tempi di lavoro e tutte quelle politiche che aiutino le donne, per esempio con l'aiuto anche concreto di poter avere caregiver e quindi non avere anche sulle proprie spalle la cura dei propri genitori. Quindi tante politiche che tutte insieme dovrebbero consentire alle donne di poter fare una scelta libera.

Aggiungo solo un dettaglio, poi lascio la parola a Giulia. Nella sua giunta rispetterebbe la parità di genere avrebbe? Cioè avrebbe un 50% di donne e di uomini oppure non le piacciono le quote rosa e quindi guarderebbe solamente, diciamo ai titoli, la capacità al merito di ciascuno?

Io guarderò i titoli e guarderò il merito. Sicuramente credo che per il modo col quale le donne sanno fare squadra, sanno lavorare in équipe. Sicuramente ci sarà una alta percentuale di donne.

Io la volevo far tornare su una cosa che ho già menzionato, molto interessante, molto dirompente, una proposta, cioè quella della gratuità. Se non ho capito male per tutti. Quindi, indipendentemente dal reddito di: asili nido e scuole dell'infanzia, per tutti i bambini lombardi. Da un punto di vista del budget è una misura importante.  E c'è un'idea di come andarla a coprire? Dove si può magari spendere meno per dirottare i soldi lì? Oppure, se si può ragionare anche su un aumento dell'aliquota regionale delle tasse?

No, io non sto assolutamente pensando ad aumenti delle tasse nel modo più assoluto. Io credo di aver dimostrato nella mia vita di saper riorganizzare bilanci complessi. Quando sono arrivata in Rai, la Rai perdeva in maniera significativa investimenti perdeva audience e in due anni l’ho sistemata. Quindi non credo di aver problemi a gestire bilanci e cercare di capire come razionalizzare e come ottimizzare.

Perché ci sono degli sprechi in Regione. Questo ci sta dicendo?

Ma c'è sempre la possibilità di riorganizzare in una organizzazione complessa. C'è sempre la possibilità, quindi si tratta di capire come e dove. Ma la possibilità c'è sempre.

Rimanendo sulla riorganizzazione, c'è un discorso che pure aveva accennato sulle società regionali. Ha parlato prima di aria sulle partecipate, per esempio. La sua proposta è quella di mettere a gara il servizio di trasporto ferroviario locale che al momento è gestito da Trenord. Ecco, e il sistema complessivo delle società, delle società regionali e delle partecipate per quello che ha visto lei quando è stata in Regione va riorganizzato. Sì, come?

Sì, quella proprio un’area da riorganizzare. Le faccio alcuni esempi. Trenord sicuramente la messa a gara perché abbiamo 2000 treni in ritardo e 2300 ritardo, 2000 cancellati, quindi al mese. Quindi quella messa a gara per piccole tratte, naturalmente per non ricreare un monopolio tutelando i lavoratori. Però, laddove è stato fatto Germania, Francia ma anche in Veneto i risultati sono migliorati. Quindi sicuramente quella è una delle partecipate da rivedere.

Anche Finlombarda deve essere rivista, perché in un momento in cui soprattutto nelle medie - piccole aziende hanno problemi, tensioni di liquidità, perché le banche sono chiamate a essere patrimonializzate di più, quindi fanno più fatica a erogare credito. Finlombarda deve riorganizzarsi per poter anche essere un elemento di garanzia da offrire alle medie e piccole imprese per poter accedere al credito.

La domanda successiva è proprio sull'autonomia. L'iter legislativo è partito. La bozza Calderoli ormai è sul tavolo. Il testo del ddl Calderoli è sul tavolo. Mi chiedevo se secondo lei questo è il percorso adeguato? Se invece lo trova un, diciamo più aria che carne e provvedimento. E cosa ha in mente lei per l'autonomia? Cioè quali poteri esclusivi dovrebbe gestire la Lombardia per quello che lei ha sempre definito in questi mesi la necessità di un rilancio dopo che la Regione, secondo la sua visione, ha avuto un rallentamento?

Non secondo la mia visione ma a seconda dei dati, non miei dati. Sono anche gli ultimi dati che confrontano i motori d'Europa con la Lombardia. Dicono che mentre Baviera, Baden Wittenberg, Fiandre sono cresciuti in questi anni dal sei al 14, Lombardia zero. Quindi non sono dati miei. Scusi, per tornare invece, giustamente.