Elezioni regionali Lombardia, l’intervista in diretta a Pierfrancesco Majorino: il video

Si avvicina il voto del 12 e 13 febbraio: segui le interviste in esclusiva de Il Giorno ai quattro candidati presidenti

I giornalisti de Il Giorno intervistano in diretta Pierfrancesco Majorino, candidato alle elezioni regionali in Lombardia per il centrosinistra e il Movimento 5 stelle, in attesa del voto del 12 e 13 febbraio. Questa è il secondo di quattro appuntamenti live con i candidati alla presidenza. Per vedere l'intervista a Mara Ghidorzi, di Unione popolare, clicca qui.

Il 9 febbraio alle 15.00 l’appuntamento è con Letizia Moratti, sostenuta dal Terzo Polo. Infine, sempre il 9 febbraio, alle 17.00, sarà il turno del presidente uscente del centrodestra Attilio Fontana. Segui le interviste su ilgiorno.it e informati sulla campagna elettorale anche sui canali Instagram, Facebook, Twitter e TikTok.

   
   
   

Candidato Majorino, siamo negli ultimi giorni di campagna elettorale. La prima domanda è molto semplice: perché gli elettori lombardi dovrebbero cambiare dopo tanti anni? Si sono sempre affidati al centrodestra. Quindi perché votare Pierfrancesco Majorino? E cosa farebbe come primo provvedimento da presidente della Regione?

Io credo che abbiamo bisogno, dopo 28 anni, di portare aria fresca e nuova nell'istituzione regionale lombarda. C'è bisogno in Regione Lombardia di una nuova classe dirigente perché su alcuni grandi temi serve un grande salto di qualità.

Io ho in mente una regione più giusta e più ambiziosa e per questo credo che Fontana, Gallera, Letizia Moratti abbiano fatto oggettivamente il loro corso. E credo che ci sia bisogno di un grande scatto su alcuni temi. Una sanità più giusta, più capace di tutelare l'interesse di tutti, l'interesse pubblico, una gestione diversa di Trenord e anche grandi partite riguardanti i fondi europei, le politiche ambientali, il tema del lavoro rispetto a cui dobbiamo proprio cambiare.

Il primo provvedimento che vorrei fare è quello di dare un colpo alle liste d'attesa, perché non è possibile dire ai lombardi: “Se volete farvi curare in tempi accettabili o dignitosi, pagate”. È un’ingiustizia che non c'entra niente con i valori della Costituzione e i valori del Servizio sanitario nazionale.

 

Come pensa di intervenire sul problema dei medici di base che sono pochi, hanno molti pazienti e non riescono a seguirli tutti?

Io penso a un primo provvedimento d'emergenza, come prima cosa. Ma poi avremo bisogno di una grande riforma del servizio sociosanitario, realizzata con i medici di infermieri, i laboratori delle diverse professioni sanitarie, il terzo settore, gli enti locali, l'università, tutti insieme per la ricostruzione di un servizio più dignitoso, accettabile

Innanzitutto dobbiamo rivedere le regole che determinano il rapporto tra pubblico e privato. Dobbiamo spostare risorse a sostegno della sanità pubblica. Io non ho niente contro gli ospedali privati. Ce ne sono nelle nostre comunità, nelle nostre terre, di straordinari reparti, grandi professionisti che salvano le vite. Non è che dobbiamo fare la guerra agli ospedali privati.

Il problema è che il mancato un sostegno alla sanità pubblica porta alle liste d'attesa, perché diventa un tappo per tutti. Dobbiamo riorganizzare la medicina sul territorio. In quest'ottica la questione dei medici di medicina generale è importante, che sono diventate delle figure burocratizzato, lo dicono loro. Hanno ragione, bisogna aiutarli a togliere via le scartoffie e la burocrazia. Dobbiamo aiutarli a stare a contatto con il paziente, non con il computer.

Io sono molto duro rispetto a Fontana e Moratti perché secondo me non hanno fatto niente di tutto questo in questi anni, però sono anche molto speranzoso e fiducioso perché le energie dei nostri territori nelle nostre comunità ci sono.

 

Qualche settimana fa ha detto che le piacerebbe offrire i treni regionali gratuiti, la gratuità del trasporto pubblico regionale agli under 25, vista la situazione di crisi, sembra una cosa da marziano. Quindi le chiedo: come pensa di poter raggiungere questo risultato?

Sulla gratuità io ci credo, dobbiamo arrivare alla gratuità per gli under 25, una misura di diritto allo studio nei fatti. Se vogliamo i fondi ci sono. Guardate la Regione Lombardia non è un piccolo condominio da amministrare, è un'istituzione con enormi potenzialità. Senza fare un grande lavoro di intelligence, ma solo guardando il bilancio.

In pochi giorni abbiamo visto che Fontana ha speso 10 milioni di euro all'anno in spese riguardanti aperitivi, catering della Giunta, comunicazione della Giunta. Io dico: prendiamo i soldi e usiamoli, ad esempio, per il tema dei bambini con disabilità, nella sanità, nei servizi sociali, nei trasporti.

Ovviamente se dai la gratuità ai ragazzi, agli universitari o i giovani non aiuti solo loro aiuti, anche le loro famiglie. Perché sappiamo che in tanti casi abitano ancora in famiglia, quindi è un aiuto anche concreto a famiglie che in una fase di questo genere si vedono poi aumentare a tutti i costi possibili.

 

Sempre a proposito di Trenord, ha detto che non è il momento per fare una gara pubblica, perché c’è il rischio di consegnare l'azienda ai privati. Però qualcosa bisogna fare perché non è un servizio che funziona come dovrebbe. Quindi anche qui, concretamente, come si può migliorare il servizio?

Io credo che sul trasporto pubblico regionale debba proprio fare un cambio di passo deciso. I treni di Trenord non sono accettabili per i pendolari. Se a uno piacciono i treni Fontana o la Moratti, che non hanno fatto niente in questi anni per migliorarli, li voti. Ma io credo che non sia un servizio dignitoso.

Il voglio ribaltare la gestione di Trenord dando una bella rinfrescata alle figure chiave, lavorare perché sia rafforzato il trasporto pubblico con scelte che chiamano in causa anche le risorse non impiegate fino in fondo relative al Pnrr e ai fondi europei. Ci sono risorse in Europa su questi terreni che Regione Lombardia non è andata a prendere colpevolmente.

Sulla questione della gara io non ho nulla contro la cosa. Si può mettere anche oggi a gara, ma il rischio che poi venga privatizzato come servizio. Quindi sono pronto a discuterne. Alla proposta della Moratti io dico: valutiamo quando l'azienda è un po’ più forte.

 

Dal punto di vista delle donne ci sono tanti temi: salario, occupazione, diritti. Come intende intervenire? C'è un pacchetto di misure legato alle donne, alla condizione femminile?

Io credo che quella tra i generi sia la prima delle disuguaglianze e le istituzioni devono fare molto di più. Questo vuol dire affrontare il tema della differenziazione salariale. Devi fare poi delle politiche di conciliazione tra casa e lavoro, tra famiglia e lavoro, per aiutare i genitori con bimbi piccoli.

Una delle prime politiche da fare per le donne è aiutare i padri ad avere il congedo di paternità, in modo tale che il carico di responsabilità non ricada tutto sulle mamme. Poi progetti a sostegno dell'imprenditoria femminile: i talenti delle donne che vanno molto più sostenuti da parte delle istituzioni.

E c'è una grande questione che riguarda la salute della donna. In questi anni in Lombardia abbiamo massacrato i consultori pubblici. Sulla salute della donna c'è un'odiosa campagna contro la legge 194 da parte della destra? Noi ovviamente la pensiamo in maniera molto diversa.

E poi c'è il tema di avere il 50% di donne nella giunta. Non è un problema di quote. Bisogna mettere infatti in questi ruoli le donne e gli uomini in gamba, che non vuol dire solo gli uomini in gamba

Volevamo toccare il tema delle periferie urbane e anche dell'edilizia residenziale pubblica. Nelle grandi città affrontare il tema della marginalizzazione, del disagio abitativo, è molto complicato. Penso a Milano, dove lei ha governato. Conciliare sviluppo e dignità dell'abitare è materia molto delicata. Prevede per le aziende che si occupano di edilizia residenziale pubblica in Regione una piccola grande rivoluzione di metodo e di sistema?

Beh, io credo che Aler Lombardia sia uno dei motivi per cui Fontana non dovrebbe neanche candidarsi alle elezioni. Siamo di fronte a un disastro. Il soggetto che gestisce le case popolari per conto di Regione Lombardia è un disastro.

15mila case vuote in questo momento, non 7mila. E Moratti dice che non si è accorta del problema. Aler non riesce neanche a fornire un elenco effettivo di tutti gli appartamenti vuoti, perché la situazione è totalmente sfuggita di mano. E questo in una regione in cui ci sono tanti che avrebbero bisogno di una casa.

Quindi bisogna fare questo intervento per mettere subito a disposizione degli inquilini dei cittadini quegli appartamenti. Dare la possibilità alle persone di farsi carico di una parte dei lavori di ristrutturazione, scontando il canone d'affitto.

In questo modo si favorisce subito l'assegnazione, il recupero e anche un po’ di sano mix sociale. Nei nostri quartieri popolari bisogna portare cultura della legalità e sicurezza. Essere molto determinati su questi punti.

Gli altri due candidati, Attilio Fontana da una parte, Letizia Moratti dall'altra, hanno avuto e continuano ad avere la presenza in campagna elettorale dei leader nazionali: Salvini, Berlusconi e Meloni da un lato, Renzi e Calenda dall'altro. Lei, complice il fatto che il Pd, suo partito, si trova in una fase congressuale, non ha avuto questo tipo di copertura. Questo è un vantaggio o uno svantaggio?

A dire la verità, è una domanda che mi incuriosisce perché ho fatto iniziative con Bonaccini, con Elly Schlein, con Cuperlo, con Paola De Micheli. Uno di loro sarà il prossimo segretario del Partito democratico. Ho avuto al fianco tutti e in Lombardia, nonostante la fase tumultuosa del Pd, abbiamo dimostrato una grande compattezza, una grande unità.

Peraltro, con Giuseppe Conte tra poche ore mi incontrerò, quindi non ho neanche avuto una sorta di problema con i Cinque Stelle. Anzi abbiamo fatto una bella cosa per il Lombardia, un confronto serio sulle idee, sui contenuti. Una vera alleanza per la Lombardia.