Ci sarà pure un giudice a Berlino pronto a riparare all’ingiustizia denunciata dal sindaco di Pescate, antico e magnifico paese bagnato dal Lario. Sul banco degli imputati, sotto accusa da parte del primo cittadino, c’è la solita nota categoria: i turisti invasori. Rei di gravissima colpa, ovvero quella di buttare i rifiuti nei cestini comunali. Non solo insozzano con monnezza straniera le pattumiere pescatesi mentre rubano la vista di quelle acque così care a Manzoni, ma qualcuno di loro ha persino l’ardire di portarsi le cibarie da casa. E i residenti pagano. Ma il sindaco ha trovato la soluzione: rimuovere i cestini. Così imparano, questi turisti “sporca e fuggi” (definizione sua).
Ovviamente, nel rispetto dell’imperativo categorico, c’è da sperare che nessun pescatese utilizzi i cestini degli altrui comuni e che, allorquando lo dovesse fare, abbia la buona creanza di acquistare in loco tutte le vettovaglie. Bisogna confidare, poi, anche nella civilissima educazione degli italiani: non sia mai che, non vedendo alcun cestino, qualche maleducato possa buttare i rifiuti per terra invece che portarseli a casa, aumentando ancor di più il fastidio degli operatori ecologici. Ma questo non succederà – assicura il primo cittadino – perché “ci saranno i nostri agenti della polizia locale in borghese a sorvegliare, e pure le telecamere”. Meno male che le telecamere costano poco e che i vigili non hanno altro da fare.