Tengo famiglia

Il poliziotto che arrotondava come direttore di sala del suo ristorante

A Milano è sempre più dura sbarcare il lunario tra affitti alle stelle e inflazione galoppante. Anche con stipendio fisso e assicurato dallo Stato. E allora ci si ingegna. Proprio l’assistente capo della questura di Milano, che di giorno rincorreva i cattivi e alla sera smetteva la divisa per vestire quella di direttore di sala in un ristorante di cui è anche socio al 50%. 

Passi investire bene i risparmi ma un poliziotto non può mettersi a gestire un’attività imprenditoriale, come espressamente previsto da una direttiva del Viminale. E soprattutto se, come accaduto nel locale, vengono pubblicizzati “sconti riservati al personale della Polizia di Stato”.

L’agente pizzicato a dirigere il ristorante ha provato a fare ricorso (poi respinto) al Tar nel quale ha pure “accusato” i colleghi della Digos di essersi finti clienti per indurlo a commettere un’infrazione. Dimenticandosi però che quello di incastrare i “furbetti” sarebbe anche il suo primo lavoro, quello di incastrare i “furbetti” per il quale peraltro è pagato regolarmente ogni mese.