In Lombardia servono 15 miliardi. Caro bollette, subito aiuti alle imprese

C'è il rischio di perdita di competitività e di compromettere la posizione, già fragile a causa dei due anni di pandemia, delle aziende

Il direttore Sandro Neri

Il direttore Sandro Neri

Stando all’ufficio studi della Cgia ad oggi, gli effetti della guerra in Ucraina produrranno per l’anno in corso una riduzione del Pil di 24 miliardi di euro reali. Come dire una perdita di potere d’acquisto medio per ciascuna famiglia italiana pari a 929 euro. Stando a un’altra indagine, più di un italiano su 4, dato equivalente ad oltre 11 milioni di persone, ha dichiarato che l’aumento dei prezzi in corso ormai da tre mesi ha avuto un impatto molto negativo sul proprio bilancio familiare. E infine l’Eurispes, secondo cui il 45,3 per cento delle famiglie è costretta a utilizzare i risparmi per arrivare a fine mese, dato in crescita dell’8,2 per cento rispetto al 2021. Ma a pagare di più sono le imprese, dal commercio agli artigiani.

Anche se per effetto della guerra e di nuovi timori per la salute legati ai casi di vaiolo delle scimmie se ne parla forse meno, l’allarme sui costi dell’energia non è rientrato. E riguarda tutti. A causa del rincaro dei prezzi, a parità di consumo, le famiglie nell’ultimo anno hanno speso per l’energia elettrica 5,4 miliardi di euro in più rispetto ai dodici mesi precedenti. Una cifra pari allo 0,33 per cento del Pil. L’incremento di spesa più elevato si registra in Lombardia, con 939 milioni in più. Quanto alle aziende, nel primo semestre del 2021 una piccola impresa italiana pagava già un prezzo dell’elettricità del 12,9 per cento superiore rispetto alla media dell’Eurozona.

E il continuo aggravarsi della situazione rischia di portare a una perdita di competitività e di compromettere la posizione, già fragile a causa dei due anni di pandemia, delle imprese. Il boom che sembrava partito l’anno scorso si è trasformato in una morsa che soffoca l’economia reale. Nei comparti manifatturieri cosiddetti energy intensive aumentano i casi in cui il divario tra costi e ricavi diventa insostenibile, costringendo al fermo dell’attività: a due anni dal lockdown sanitario si parla di rischio di lockdown energetico per 4.781 medie e piccole imprese, a cominciare da quelle artigiane, con 42.124 addetti. La guerra dei prezzi e dei mercati travolti dal conflitto in Ucraina riguarda più di un quarto degli occupati del sistema produttivo lombardo: 156mila aziende - la quasi totalità con meno di 50 addetti - con 1 milione e 98mila lavoratori, oltre la metà dei quali occupati in micro e piccole imprese. Il problema dei costi dell’energia, sottovalutato nei primi mesi, attende ancora di essere affrontato in modo efficace. Farlo dovrebbe essere la priorità della politica. Associazioni di categoria, sindacati, istituzioni e Regione hanno fatto quadrato per permettere alle attività produttive del sistema lombardo di non rallentare. Al governo e alle istituzioni europee, ora, il compito di garantire risorse economiche - dai 15 ai 20 miliardi solo per la Lombardia - e riforme strutturali.