Più ricca ma anche più vecchia. Milano non è una città per giovani almeno per viverci. Lavorarci è altra cosa e nessuna città italiana e poche in Europa offrono così tante opportunità.
E’ il quadro è tratteggiato dal rapporto "Tendenze e sfide della città nel contesto globale", a cura di Assolombarda e pubblicato su www.yournextmilano.it. Eppure ha la disoccupazione più bassa tra le metropoli europee, offre un altissimo livello di attrazione turistica, sportiva e ovviamente per fare affari. Elementi da giovani e per giovani mal del milione 354 mila residenti gli over 65 sono il 24,4% , e nel 2031, secondo l’Istat, sarà anche la meno giovane con l’11,5% degli abitanti fra gli 0 e 14 anni.
Insomma sembra essere una città di e per vecchi. Pare una contraddizione ma la bassa attrattività di giovani talenti,soprattutto rispetto a altre città europee si spiega con una non elevata attenzione di Milano verso gli aspetti green e smart e soprattutto per congestione e qualità della vita, anche in rapporto al costo del vivere, che la catapultano in 268esima posizione.
E questo dovrebbe preoccuparci nonostante il legittimo orgoglio per i record positivi. Una società continua a evolversi se crescono i giovani e il loro apporto innovativo all’economia, alla cultura o banalmente a buon vivere altrimenti è destinata a un inevitabile declino. E quindi una città che oggi è tra le prime del mondo non può non programmare il futuro. E il futuro è dei giovani.