IVAN ALBARELLI
Editoriale e Commento

Milano e la moda, legame indissolubile

Con la Fashion Week imminente la città (ri)lancia il guanto di sfida a Parigi

"Con Parigi ce la giochiamo". Le parole del presidente della Camera della Moda italiana, Carlo Capasa, non sono una dichiarazione di guerra ai cugini francesi – anche se con i galletti d'Oltralpe ogni tanto amiamo sfidarci a duello – ma una legittima manifestazione d'orgoglio per un patrimonio nazionale da difendere e valorizzare. A poco più di due settimane dalla Fashion Week, in programma dal 25 febbraio al 3 marzo, Milano riafferma la sua centralità e la sua importanza per il sistema moda italiano. Il suo essere una delle quattro capitali dello stile al mondo assieme alla Ville Lumière, a Londra e a New York è indiscusso. Primato che Madrid o Barcellona, due valide concorrenti, non sono mai riuscite a scalfire in mezzo secolo. E nemmeno negli ultimi quarant'anni.

E quattro decenni sono passati dalla mitica foto di gruppo scattata dalla giornalista milanese Adriana Mulassano sul tetto del Duomo, fra le guglie della cattredale, che immortala gli stilisti degli anni Ottanta. In quell'immagine iconica del 1985 che si può trovare ovunque sul Web, che trasuda ottimismo, passione e voglia di fare, c'erano tutti i giganti, i condottieri delle passerelle pronti a conquistare il mondo (alcuni dei quali oggi non più fra noi): Mila Schon, Gianfranco Ferrè, Valentino, Krizia, Moschino, Versace, Paola Fendi, Ottavio Missoni, Giorgio Armani... Il simbolo di una rinascita che non riguardava solo un settore produttivo ma un intero Paese che si lasciava alle spalle gli anni di piombo. Milano che ancora una volta si porta(va) dietro l'Italia. Nel 1985 come nel 2025.