Milano e il disabile. Lo schiaffo della burocrazia

Multa all’auto sulle strisce blu nonostante il contrassegno invalidi. La colpa? Della lettura automatizzata delle targhe

Una signora che non ama farsi pubblicità, chiamiamola quindi Maria, una volta al mese viene a Milano a trovare la figlia, con cui passa qualche giorno, dopo aver fatto trecento chilometri. Il marito è disabile da anni e lei ha il contrassegno incollato al cruscotto anteriore, che le permette di posteggiare gratis sulle strisce blu. Tre giorni fa a Maria arriva un verbale dai vigili di Milano, che le notifica una multa per non aver pagato la sosta. Lei manda a Milano su whatsapp le foto del verbale e del contrassegno disabili, in scadenza nel 2027, e qualcuno di famiglia va dai vigili a chiedere lumi. Un gentilissimo funzionario, va detto, vorrebbe cancellare quella multa ingiusta, ma non può, spiega. Pur avendo nel pc la foto dell’auto posteggiata, scattata da dietro dalla macchina degli ausiliari Atm, non si può fare. In pratica, dice, il sistema meccanizzato rileva che a quella targa non corrisponde un pagamento e scatta la multa. E il contrassegno?, chiede il familiare della signora. Eh, in teoria dovrebbero guardare. In sintesi, il funzionario propone di fare ricorso al prefetto. Una procedura lunga che, se non accolta, costerà ai ricorrenti il raddoppio dell’iniqua multa. Maria, informata, non ha dubbi: paghiamo, pazienza. Così va questo Paese. E la sua città più avanzata, quella da bere. Bersi tutto però.