La grafia della lettera è elegante, ordinata. Sul foglio campeggia un titolo: “Ringraziamento”. A scriverla, nell’intimità di una stanza avvolta nel silenzio, è stata Marisa Vitali. Aveva 93 anni e stava per morire. Quelle parole erano destinate ad essere lette al suo funerale e lì sono state pronunciate. Iniziano ringraziando i presenti, i suoi “meravigliosi figli” e i “cari nipoti” (una vita piena, la sua), per poi concludersi così: “Ogni volta che mi avete salutato con un sorriso mi avete dato un po' di felicità. Ora io sono passata all’altra sponda. A voi tutti auguro tanta serenità”. Ricevere gioia e regalarla a propria volta: quale rivoluzione sarebbe. E lei, questa rivoluzione, la realizzava nel quotidiano: “Si è sempre spesa per il paese, come volontaria in diverse associazioni” la ricorda il sindaco. Se è vero che la gratitudine è il parametro della grandezza umana, perché nutre e accresce il dialogo tra le persone, quello di Marisa è davvero un piccolo esempio di un grande proposito. Una messaggio per lo spirito. Una lettera al prossimo.