A classificare la gravità di un furto è l’ammontare del bottino ma il reato in sè rimane, per quanto risibile sia il maltolto. Nel caso dell’operaio licenziato a Bergamo per aver ricaricato il motorino elettrico a lavoro si tratterebbe, a detta dei suoi legali, di appena 25 centesimi di corrente sottratti all’azienda. Che evidentemente non ne fa una questione di soldi ma di principio: un divieto è un divieto. Senza entrare nel merito delle vicenda giudiziaria, più complessa di come non appaia, vien da chiedersi che ne sarebbe di tutti gli impiegati che attaccano il telefonino alla presa dell’ufficio se questo metro valesse ovunque. Per fortuna non è così. Ma qualcuno ora ci penserà due volte, perché più “caro” del conto elettrico c’è solo il posto di lavoro.
Editoriale e CommentoIl costo reale dell’elettricità
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