Editoriale

Fuga per la vittoria a Lodi

Non ci sarà stata la mitica rovesciata di Pelé, né la decisiva prodezza di un inedito Sylvester Stallone versione portiere, tuttavia non mancano le analogie tra la Partita mai giocata e Fuga per la vittoria. Il calcio come strumento di riscatto e di libertà. Dall’orrore dei campi di prigionia nazisti, nel celebre film di John Huston; dall’oscurantismo della dittatura fascista, nella partita tutta al femminile andata in scena ieri a Lodi, con 90 anni di ritardo sul fischio d’inizio. Quando lo sport è davvero metafora della vita, oltre la retorica.