In Italia non si fanno figli, ma non è colpa nostra, diciamo sul serio. Siamo rimasti senza lavoro, avevamo l’umore a terra, non avevamo i soldi per pagare l’asilo, l’azienda non ci ha rinnovato il contratto, c’era il funerale di nostra madre e chi ce li tiene poi i bimbi! Era crollata la possibilità di comprare la casa! C'è stato un terremoto! Una tremenda inondazione! Le cavallette! L’eco ansia! Non è stata colpa nostra! Lo giuriamo! (semi cit. da The Blues Brothers).
Si fa per ridere ma c’è da piangere. Al già lunghissimo elenco di motivi per cui in Italia ci si pensa su mille volte prima di imbarcarsi nella dispendiosissima avventura di avere un figlio (costo della vita alle stelle, stipendi non adeguati, servizi per l’infanzia del tutto insufficienti, giusto per ricordare i più banali) si aggiunge adesso l’eco-ansia: “Rassegnazione, senso di vulnerabilità e di impotenza, paura, fatalismo” di fronte al cambiamento climatico faranno sì che – spiega Claudio Mencacci, direttore emerito di Neuroscienze all'Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano – si spenga la voglia di futuro, con gravi ripercussioni sulle nascite.
Vedremo. C’è da dire che ogni epoca ha la sua “ansia”, che fa chiedere ai giovani “ma in che mondo faccio nascere queste creature?”. I baby boomer avranno pensato con “ansia” al terrorismo e ai pericoli di Chernobyl. Per noi Millennial, cresciuti nella bambagia degli anni Ottanta e Novanta, è stata fortissima l’ansia della crisi economica. I giovani di oggi, invece, credono nell’ecologia e sentono sulla pelle (letteralmente) l'importanza della lotta al cambiamento climatico. E, giustamente, hanno paura.